Welfare

I minori come criminali incalliti

Il commento di Livia Turco sulla riforma Castelli

di Livia Turco

È urgente la riforma del tribunale dei minori e di tutto il diritto penale minorile: perché esso sia più capace di tutelare e recuperare anche i ragazzi più in difficoltà, perché sia capace di misurarsi con i nuovi e più delicati compiti della genitorialità. Credo che una riforma come questa, di cui non solo è avvertita l?urgenza ma su cui esistono molte elaborazioni compiute da soggetti diversi, non avrebbe dovuto essere elaborata, in fretta e furia, nel chiuso delle stanze ministeriali. Una riforma come questa avrebbe richiesto ascolto e coinvolgimento. Ma questa modalità di lavoro (ascolto, coinvolgimento, partecipazione) è qualcosa di profondamente estraneo alla cultura e alla pratica di questo governo. Si procede partendo dal sensazionalismo di alcuni fatti di cronaca raccontati in modo unidirezionale senza che i giudici minorili abbiano la possibilità di dare la loro versione dei fatti perché vincolati dal segreto professionale. E così la riforma ci porta indietro di 50 anni, e cancella soprattutto quella cultura del sociale che, attraverso l?azione di tanti operatori ed educatori, ha scritto pagine bellissime del nostro Paese a partire dall?idea che ciascuna persona è conquistabile alla vita, alla comunità, alle regole. Bisogna saper riproporre un progetto che contenga prevenzione, riabilitazione, inserimento nella società. Cioè fiducia in sé e negli altri. Tutto ciò sparisce nella riforma Castelli. Un ragazzino che delinque è un adulto che commette un crimine. Va punito. C?è in questa tesi una valutazione sbagliata sulla realtà dei ragazzi di oggi; c?è un pessimismo che spaventa; c?è l?illusione che lo strumento penale possa da solo risolvere tutto. Dalla riforma Castelli i ragazzi avranno un peggioramento della loro condizione giudiziaria. Perché viene cancellato il giudice non togato del tribunale dei minorenni; non un generico esperto, ma una persona dotata di una competenza forte per capire il ragazzo e il contesto sociale in cui opera e che contribuisce a formare un giusto giudizio e una giusta valutazione sulla situazione del minore. Non si avrà un unico ufficio giudiziario che unificherà tutte le competenze che riguardano il minore e la famiglia, così come era auspicabile. Ma c?è altro che ci allarma nel progetto Castelli: dov?è la legge 285 per i diritti dell?infanzia e l?adolescenza? Dov?è la lotta alla dispersione scolastica? Amareggia e colpisce che questo governo parli di ragazzi soltanto con l?inasprimento delle pene e con il ricorso al carcere!

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