Formazione

I miliardi del Coni finiscono in buca

Quattro miliardi per una campagna di promozione per nulla trasparente e che gli stessi circoli giudicano inutile e dannosa.

di Pasquale Coccia

Finisce in buca il sogno della Federazione italiana golf (Fig), una delle trentanove federazioni sportive del Coni, che già immaginava milioni di italiani armati di mazza e pallina da golf, travolti da un?irresistibile voglia di green. Un sogno ostinatamente perseguito con spot pubblicitari, inserzioni su settimanali e riviste specializzate, manifesti nelle città. Una campagna, affidata a due società di comunicazione, che è costata la bellezza di 4 miliardi e ha provocato un vero terremoto ai vertici della Federazione golf. Il vicepresidente Franco Chimenti si è dimesso, ma prima di sbattere la porta, ha scritto una lettera di fuoco (vedi articolo a fianco) per denunciare l?allegra e scandalosa gestione delle finanze federali. Una denuncia che getta gravi sospetti sulla Federazione, accusata di poca trasparenza e soprattutto di sperperare denaro pubblico, nonostante le casse della Fig siano quasi all?asciutto. Miliardi, aggiunge il vicepresidente, che non serviranno certo a rendere più popolare uno sport che, se gestito con questi metodi, è destinato a restare per sempre vietato al grande pubblico. E detto da Chimenti, fino a ieri ai massimi vertici del Coni, l?accusa non è certo campata in aria. I fatti sono lì a dimostrarla.
Per iscriversi a un club, infatti, il futuro golfista deve pagare una quota che non è certo alla portata di tutti: dai 40 ai 70 milioni annui. Inoltre, gli impianti dove sorgono i campi sono tutti privati, ad eccezione del campo di Fiuggi e quello semipubblico di Opera, alle porte di Milano.
Dunque, a che cosa mira la campagna promozionale per la diffusione del golf, se nel nostro Paese non esistono impianti pubblici e le quote annue chieste dai circoli privati sono da capogiro? Perché questo spreco di denaro pubblico, visto che anche i miliardi del golf derivano dal fondo destinato dallo Stato al Coni per finanziare lo sport italiano? Non ha dubbi il senatore Fiorello Cortiana, responsabile sport dei Verdi, che sul caso ha presentato un?interpellanza al neoministro con delega allo Sport, Giovanna Melandri. Cortiana chiede l?intervento del governo per una maggiore trasparenza nella gestione amministrativa e finanziaria della Federazione italiana golf e l?apertura di un?indagine. «I circoli del golf», spiega l?esponente verde, «per la costruzione dei loro impianti utilizzano spesso terreni dove, in seguito, costruiscono immobili ad uso privato e che nulla hanno a che fare con le finalità del circolo». «Voglio sapere», conclude Cortiana, «se non siamo in presenza di un utilizzo improprio e scandaloso di denaro pubblico attraverso la forma di finanziamenti agevolati del Credito sportivo. La banca del Coni ha come scopo quello di finanziare la costruzione di impianti sportivi ad opera degli enti locali o delle associazioni attraverso mutui agevolati. Non mi pare che, in questo caso, le cose siano andate così. Il ministro ci deve dunque qualche spiegazione».
Intanto, la campagna promozionale per la diffusione del golf ha già letteralmente prosciugato le casse della Federazione, le cui finanze versavano già in grave deficit a causa dell?organizzazione degli Open svoltisi in primavera e costati più di un miliardo. Buco, che evidentemente non è servito a ridimensionare i sogni di grandezza dei dirigenti della Federazione. ?Scoprire il golf è come scoprire un mondo?, recita con ardore il manifesto pubblicitario della sciagurata campagna promozionale. E come non riconoscerlo? Grazie alla costosissimo spot, cittadini e sportivi qualcosa hanno davvero scoperto: non il riposante verde dei green, ma il profondo rosso dei bilanci della Federazione del golf. E non è detto che a qualcuno non venga davvero la voglia di usare la mazza…

Un green tutto d’oro

?Se ami lo sport, ami il golf? dice lo slogan della campagna miliardaria della Fig che in questi giorni appare sulle pagine patinate delle riviste specializzate e dei settimanali. Un messaggio che solletica la fantasia dei lettori e suscita emozioni ecologiche: ?quel ?passeggiare piano, quell?immergersi in un verde che non finisce mai?. Segue numero verde con tutte le informazioni sui golf club più vicini. Sensazioni e emozioni davvero impagabili. Sì, perchè una passeggiata sul green può costare fino a 70 milioni. E non è che l?inizio. Per i quarantamila appassionati di mazza e pallina le spese non finiscono mai: iscizione al circolo a parte, soltanto per l?attrezzatura (abbigliamento escluso) devono sborsare almeno tre milioni. I due terzi dei campi dove si pratica il golf sono roservati a coloro che hanno una certa esperienza di gioco, mentre appena una trentina sono quelli aperti ai principianti. Almeno settanta dei cento circoli presenti sul territorio nazionale sono dotati di piscine, campi da tennis, centri massaggi e ristoranti. Perciò, alla quota associativa (5 milioni) il socio deve versare anche quella azionaria, che varia appunto dai 40 ai 70 milioni, diventando così di fatto proprietario dei sertvizi insieme agli altri soci.

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