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I miliardari a Bush: i tuoi tagli fiscali danneggiano i poveri

Le critiche di Bill Gates sr, dei Rockefeller e di George Soros contro l'abolizione della tassa di successione, oggi pagata solo dai super-ricchi

di Gabriella Meroni

I tagli fiscali di Bush non piacciono ai multimiliardari americani. Forti critiche al piano del presidente sono arrivate da Paperoni come Warren Buffet, David e Steven Rockefeller, Bill Gates Senior (il padre del padrone della Microsoft) e dal discusso filantropo George Soros. I tre, inclusi nell’elenco dei 120 uomini più ricchi d’America, contestano l’annunciata abolizione della tassa di successione, oggi pagata solo da chi detiene redditi molto alti. “Abolire la tassa arricchirebbe gli eredi dei miliardari, mentre le famiglie povere lottano per mettere insieme il pranzo con la cena”, si legge in una petizione il cui primo firmatario è Gates Senior. “Le mancate entrate statali si tradurranno necessariamente in aumenti del carico fiscale per i meno abbienti o in tagli del sistema di protezione sociale, dell’assistenza sanitaria, dell’ambiente o di altri programmi governativi di tutela del nostro benessere”, prosegue il documento. La tassa di successione americana è oggi applicabile ad eredità superiori ai 675 mila dollari (oltre 130 milioni di lire), con un’aliquota del 37%, che diventa del 55% per eredità superiori ai tre milioni di dollari (6 miliardi); attualmente viene pagata solo dal 2% degli americani, e si calcola che solo 4000 persone ogni anno siano sufficienti a versarne la metà. Insomma, è una tassa dei super-ricchi. Il padre di Bill Gates non ha fatto sapere se il figlio è tra i firmatari della petizione, anche se ha voluto precisa che è “molto vicino” ai suoi contenuti.


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