Buone pratiche

I migranti di fronte a Mattarella: «Chi si forma in Italia, produce sviluppo nei Paesi di origine»

La visita privata del Capo dello Stato nella sede dell'associazione Don Bosco 2000 per ascoltare testimonianze di integrazione e di cooperazione circolare. Agostino Sella, presidente dell'ente: «Dopo essere stati formati in tanti vogliono essere riaccompagnati nei loro Paesi per dar vita a start-up, creando sviluppo nei villaggi più poveri del mondo»

di Alessandro Puglia

Rasheed, Babatounde, Seny, Lamin, Iqbal e tanti altri. Sono loro i protagonisti dell’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo omonimo tedesco Frank Walter-Steinmeir nella sede di Piazza Armerina dell’associazione Don Bosco 2000 da oltre dieci anni impegnata in progetti di accoglienza in Italia e di cooperazione circolare in Africa, in Senegal e in Gambia.

Una visita che «trasmette affetto e solidarietà in un momento in cui chi fa accoglienza viene quasi considerato un criminale» chiosa Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000 che ha ricevuto i due capi dello stato accompagnato dalle piccole Maria e Isabel, due bambine, una ucraina e una senegalese accolte negli ultimi anni. Con loro 90 tra gli operatori dell’associazione Don Bosco 2000 oggi a servizio di oltre 500 persone tra i centri Sai, Cas e comunità alloggio nei territori di Piazza Armerina, Pietraperzia, Barrafranca, Aidone, Villarosa, Santa Caterina Villarmosa e Catania. 

Mattarella e Steinmeir si sono quindi intrattenuti ascoltando la testimonianza di Rasheed Bello, nigeriano 29 anni, che ha illustrato il progetto Beteyail brand nato nei beni confiscati alla mafia che unisce la moda africana a quella europea dove a realizzare i capi sono giovani migranti ae ragazzi siciliani. Mattarella ha ascoltato, si è informato su ogni singolo aspetto della progettualità messa in campo dall’associazione, mostrando particolare interesse ai progetti di cooperazione circolare. Ragazzi migranti accolti negli anni che a loro volta si sono formati e decidono di tornare nei loro Paesi d’origine impegnandosi per la propria terra con le competenze acquisite. «Cerchiamo di formare i nostri ragazzi e in tanti vogliono essere riaccompagnati nei loro Paesi per dar vita a start-up, creando sviluppo nei villaggi più poveri del mondo», aggiunge Sella. 

Dopo la visita nella sede dell’associazione Don Bosco 2000, Mattarella e Steinmeir hanno incontrato i giornalisti durante la conferenza stampa che si è tenuta all’agriturismo Bannata. 

«Il tema migratorio – ha spiegato il  presidente della Repubblica – è un fenomeno globale. Abbiamo incontrato alcune esperienze messe in campo qui a piazza Armerina, non solo per accogliere i migranti che hanno attraversato sofferenze indicibili ma anche per integrarli incentivando programmi nei Paesi d’origine per migliorare la loro vita nei loro Paesi, dove resterebbero volentieri se non fossero spinti da fame, guerra, persecuzione e terrorismi. Abbiamo affrontato questi temi in concreto».

A Piazza Armerina è stato un giorno di festa nel segno di Don Bosco, il padre dei Salesiani che amava ripetere: «Dammi mille anime e toglimi tutto il resto».  

foto: Alessandro Puglia/Vita

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