Cultura
I miei best seller contro il razzismo
A 26 anni ha già venduto milioni di copie. Intervista a Richard Mason.
Nega di essere l?enfant prodige un po? snob che i critici di mezzo mondo hanno descritto. Racconta che ha una bisnonna finita in un campo di concentramento inglese durante la guerra boera. Ribadisce le sue radici sudafricane. Richard Mason, 26 anni, è il fenomeno letterario del momento. Inglese nato in Sudafrica, da genitori attivisti anti apartheid, ha usato i proventi del primo libro Anime alla deriva, (scritto a 19 anni, 3 milioni di copie vendute) per creare una fondazione che assegna borse di studio a giovani neri. Sul suo sito The Kay Mason Foundation una frase di Desmond Tutu, l?arcivescovo premio Nobel per la pace: “Il mondo è cambiato dagli individui”. Mason, in Italia per presentare il suo secondo libro, ambientato a Oxford (Noi, Einaudi) ha spalle larghe, viso pulito e un sorriso accattivante. Eppure, quando lo si incontra la prima sensazione è quella di una contraddizione.
Vita: Mason, com?è essere inglesi e africani insieme?
Richard Mason: Il primo ricordo che ho del Sudafrica è mia madre che corre gridando dietro due poliziotti bianchi. Aveva messo su un asilo multirazziale che le fecero chiudere perché illegale. Ma così ho avuto un?opportunità rara per un bianco in Sudafrica: quella di crescere con bambini di tutti i colori. A dieci anni mi sono trasferito in Inghilterra. Una cultura che mi è sembrata strana, in bilico fra il detto e il non detto.
Vita: Dieci anni fa in Sudafrica finiva l?apartheid. E oggi?
Mason: Non si può dire che in Sudafrica ci sia vera democrazia. A causa dell?apartheid manca una classe dirigente multirazziale. Durante la segregazione le scuole per i bianchi ricevevano più fondi di quelle per i neri e ora, per mantenere alti gli standard di istruzione, fanno pagare tasse elevate. E così le migliori scuole del Sudafrica sono difficilmente accessibili per gli studenti neri.
Vita: Perché hai deciso di far nascere una fondazione?
Mason: Mi sono trovato con un successo inatteso e molti soldi. Desmond Tutu e Nelson Mandela mi hanno insegnato che l?individuo può fare molto, nel suo piccolo. Non sono ottimista per i fatti di questi giorni. Ma non posso spodestare Bush o Rumsfeld. Così ho deciso di sostenere con borse di studio giovani ricchi di talento ma svantaggiati economicamente. I fondi vanno al 100% per questo scopo. I genitori partecipano al finanziamento degli studi dei figli, anche se in minima parte. Noi mettiamo il resto.
Vita: Perché punta sullo studio?
Mason: In Sudafrica c?è un talento umano enorme. Prenda il caso di uno degli ultimi ragazzi che ho incontrato, Onwaba. Un giorno bussò alla mia porta perché aveva sentito che un pazzo come me poteva aiutarlo a studiare. Pur vivendo in una baracca, sapeva tre lingue e leggeva George Orwell. È entrato a far parte di una delle scuole più prestigiose del Sudafrica. È bellissimo vedere il talento che viene fuori.
Vita: Ma i personaggi dei suoi libri sono il contrario di questi ragazzi pieni di vita?
Mason: Io non penso che i ragazzi occidentali siano destinati all?infelicità. Ma certo l?Africa è una riserva di umanità enorme. C?è la capacità di vivere la gioia nelle piccole cose. Io stamani ero in un albergo bellissimo, che però mi faceva sentire depresso.
Vita: Il suo prossimo libro?
Mason: Lo sto già preparando. E sarà ambientato in Sudafrica, finalmente.
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