Sostenibilità

I mercati diretti come a Manhattan

Rubrica Stili di Vita

di Chiara Cantoni

Nella cittadina di Monselice, ai piedi dei Colli Euganei, la buona tavola non è un?opinione: fra piatti di bigoli coi rovinazzi e risotti ai bruscandoli, pettorute galline ed enormi capponi, le massaie amano ancora gli antichi sapori e le ricette della tradizione. Il merito? Dei prodotti: sempre naturali, di stagione e a km zero, forniti da Agrimons, il Mercato della freschezza, nato tre anni fa nell?ex macello di via Piave su iniziativa della Coldiretti e dell?amministrazione comunale: «Un punto d?incontro fra agricoltori e cittadini, dove è possibile acquistare frutta, verdura, vini, salumi e formaggi direttamente dai produttori, senza recarsi in fattoria e senza i rincari della grande distribuzione», spiega Luigi Finco, segretario Agrimons. «L?ortofrutta, possibilmente biologica, viene raccolta il giorno prima o il giorno stesso del mercato. Per statuto, ogni agricoltore provvede personalmente alla vendita, offrendo informazioni sui prodotti. Abbiamo persino uno sportello dedicato ai consigli culinari».

Agrimons coinvolge circa 30 produttori e conta un migliaio di visite la settimana, tra cui recentemente anche quella del ministro De Castro, che si è impegnato a concludere il decreto normativo per la promozione e lo sviluppo dei farmers markets.
«Un?attività già diffusa in diversi Paesi europei e negli Usa, ma che in Italia manca ancora di un quadro legislativo», spiega Lorenzo Bazzana, responsabile ortoflorovivaismo, fiori e frutta della Coldiretti. Il fenomeno comunque è in rapida diffusione anche da noi, e si è esteso anche al latte, con il via libera a centinaia di distributori automatici dove è possibile acquistare un prodotto di alta qualità e con prezzi inferiori fino al 40% a quelli di mercato. La Coldiretti stima che quasi sette italiani su dieci abbiano acquistato vini, ortofrutta, olio, formaggi e altro direttamente dalle oltre 50mila imprese agricole nazionali.

«Favorire nelle città l?apertura di mercati gestiti dagli agricoltori risponde alla domanda dei consumatori di ridurre le intermediazioni, combattere il caro prezzi e assicurarsi prodotti di qualità», continua Bazzana. «Il farmers market è un?opportunità per tutti: per gli agricoltori di accedere a fonti di reddito alternative; per le famiglie di spendere meno e mangiare meglio; per i centri cittadini di animazione territoriale». Al primo posto tra i generi alimentari acquistati dal produttore c?è il vino (sono 21mila le cantine aperte, oltre il 41% del totale), seguito dall?ortofrutta con il 23,5%, dall?olio di oliva con il 16%, dalla carne e dai salumi con l?8%, dai formaggi con il 5%.


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