Cultura

I Mercati della Freschezza: il biologico in ogni citt

La proposta è di Verdi, Coldiretti, associazioni del bio e dei consumatori. Di seguito, il loro comunicato

di Gabriella Meroni

Il tema della qualità dei consumi e della valorizzazione dell?origine dei prodotti è al centro dell?attenzione dell?opinione pubblica, in contesto in cui la crescita della grande distribuzione e la diffusione del cibo preconfezionato tendono ad allentare i legami fra alimentazione e territorio. Avvicinare i consumatori all?agricoltura e l?agricoltura ai consumatori: per fare questo occorre incidere su un sistema di intermediazione dei prodotti freschi che permane nel nostro Paese complesso ed arretrato, erode i margini delle aziende agricole e condiziona pesantemente i prezzi. La nostra iniziativa propone l?istituzione, almeno in tutti i capoluoghi di provincia, di un mercato permanente di prodotti ortofrutticoli e di prima trasformazione (olio d?oliva, vino, formaggi, conserve, insaccati etc..), con una particolare attenzione alle produzioni biologiche e tipiche, dove la vendita è riservata e gestita direttamente dagli imprenditori agricoli locali che si rendano disponibili alla promozione di una esperienza che ha valenze non solo commerciali. Un mercato diverso dagli altri I ?mercati della freschezza? differiscono per alcune caratteristiche sostanziali dai mercati convenzionali: – gli agricoltori del posto sono presenti di persona per vendere prodotti che hanno coltivato o trasformato. Il pubblico è certo dell?origine degli alimenti e, se ritiene, può verificarla personalmente visitando le aziende coinvolte; – è assicurata la presenza di prodotti stagionali sempre freschi. Gli agricoltori non hanno strutture per conservare e trattare gli ortofrutticoli come avviene presso i grossisti; – sono valorizzate le produzioni locali. La ?filiera corta? porta a riscoprire le ricchezze alimentari del proprio territorio; – i prezzi sono controllati e non subiscono il peso preponderante della intermediazione commerciale; localmente questo costituisce un valido disincentivo alla speculazione ingiustificata; – è stimolata nelle aziende agricole la ricerca di fonti supplementari di reddito, a cominciare dalla prima trasformazione dei prodotti; – per il settore biologico il contatto diretto con i consumatori rompe il vincolo, decisivo in molte parti del Paese, derivante dal sistema distributivo e promuove l?autonomia dei produttori; – i mercati gestiti dagli agricoltori sono un canale privilegiato per diffondere campagne di educazione alimentare orientate alla consapevolezza dei consumatori. Esperienze vincenti: i ?farmers markets? in USA e G.B. In Italia le realtà di mercati autogestiti dai produttori agricoli sono poco diffuse e circoscritte in gran parte a fiere e manifestazioni non permanenti. Di ben altro peso le iniziative anglosassoni: – negli Stati Uniti i ?farmers markets? sono diffusi in tutto il Paese (oltre 3.100 ad oggi) e sono un fenomeno in grande crescita (+ 79% dal 1994). I mercati sono regolamentati e sostenuti dal Dipartimento per l?Agricoltura: il ?Farmers Markets Nutrition Program? prevede fra l?altro la distribuzione gratuita di buoni per l?acquisto di prodotti ortofrutticoli freschi ad anziani e minori in stato di disagio. Sono 19.000 le aziende agricole che vendono i loro prodotti solo attraverso questo canale; – in Gran Bretagna il primo ?farmers market? è nato nel 1997, oggi sono 450 ! L?esplosione del fenomeno è tale da aver indotto la nascita di una associazione nazionale (NAFM ? National Association of Farmers markets), sostenuta dalle organizzazioni sindacali agricole, che certifica i mercati e li rende riconoscibili con un logotipo unico. Nel 2002 è stato calcolato un afflusso di 15 milioni di clienti con un incasso pari a due volte e mezzo quello del 2000. La situazione giuridica in Italia La vendita diretta per gli imprenditori agricoli dei propri prodotti aziendali è stata semplificata ed incentivata con il decreto legislativo 18 maggio 2001, n.228 (art.3), frutto dell?impegno del Ministro Pecoraro Scanio. Per la vendita su suolo pubblico non è richiesta alcuna licenza commerciale ma esclusivamente una comunicazione al Sindaco e non intervengono variazioni di carattere fiscale nel regime agevolato agricolo fino ad un importo di ricavi annui pari a 40.000 euro. Nel caso di un mercato permanente è necessaria una delibera del Comune che individui l?area pubblica interessata e la periodicità (es. settimanale), mentre il Comune stesso provvede all?assegnazione dei posti che possono essere nel caso richiesti in forma associata dalle aziende agricole promotrici. Mentre per le aziende biologiche già sussiste una forma di controllo con l?iscrizione all?Albo, può essere opportuno prevedere una verifica dell?effettivo carattere di produttori per le aziende convenzionali, con l?iscrizione ad un Albo locale volontario degli agricoltori che intendono effettuare la vendita diretta, da istituirsi a cura del Comune o della Provincia interessata. Una campagna in tutto il Paese ? al via Roma e Napoli L?iniziativa ?I mercati della freschezza? ha incontrato l?interesse e la collaborazione della Coldiretti, più grande organizzazione agricola del Paese, delle due associazioni storiche del biologico, AIAB e AMAB, della Federconsumatori e ACU. Gli eletti dei Verdi in tutti gli enti locali sono impegnati a favorire la nascita di coordinamenti locali di produttori per l?istituzione dei mercati e ad inserire la proposta nei programmi delle coalizioni che affrontano le prossime elezioni di maggio. Gli amministratori dei Verdi in alcune realtà sono già al lavoro: Per Roma, l?Assessore all?Ambiente e Agricoltura del Comune, Dario Esposito, ha illustrato i contenuti della delibera, approvata nell’ultima seduta della Giunta, che riserva apposite aree nei mercati rionali ai produttori agricoli, delimitate con una segnaletica specifica, per un totale del 15% dei posti disponibili. Il Comune di Roma ha inoltre istituito un apposito Albo al quale possono aderire tutti i produttori che intendono effettuare la vendita diretta, affidato al controllo della soc. Romana Mercati. A Napoli l?Assessore provinciale all?Agricoltura, Vincenzo Falco, ha già avviato un opera di sensibilizzazione dei Comuni per reperire spazi idonei alla vendita diretta degli agricoltori. In particolare è stato stipulato con le organizzazioni professionali agricole e l’ASCOM un protocollo d’intesa denominato ‘I sapori della provincia di Napoli’ finalizzato al rilancio dell’agricoltura, nell’ambito del quale viene inserita fra le priorità dell’azione concordata la promozione della ‘filiera corta’.


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