«Noi medici di famiglia riteniamo che i cittadini abbiano perso fiducia nei nostri confronti. Ma un’indagine che abbiamo realizzato non lo conferma. Anzi. L’80% dichiara di avere fiducia che il proprio dottore gli riferisca addirittura gli sbagli che fa nel curarlo». È un vero e proprio cortocircuito quello che segnala Giacomo Milillo, segretario generale Fimmg, il sindacato che rappresenta il 60% dei medici di medicina generale. Dottori in prima linea che intendono recuperare il terreno che credono perduto e sono pronti a un profondo cambiamento. Culturale («occorre passare da un atteggiamento clinico di attesa a una medicina di iniziativa») e organizzativo: il lavoro di squadra, il fare rete, la condivisione degli obiettivi e dei risultati dovranno diventare pratiche sempre più comuni. Una disponibilità non priva di condizioni. «Conserviamo con orgoglio e fermezza il nostro ruolo di professionisti convenzionati». E ancora: «Il lavoro di squadra deve però far sì che il medico dedichi un 10% della sua attività a obiettivi concordati e al coordinamento. Dopo di che, il singolo professionista deve continuare a lavorare da solo, con il supporto del personale di segreteria e degli infermieri, purché abbia il vincolo e la convinzione della necessità di riportare a una visione unitaria tutto quello che fa». Insomma, la rete deve essere vera e funzionante e non importa che i medici lavorino fisicamente insieme (ad esempio in studi associati anche in forme cooperative). L’essenziale è che non operino in modo disordinato. E a questo fine, la sollecitazione forse più significativa riguarda (non casualmente) la tecnologia della comunicazione: «Lo sviluppo dell’Ict è il presupposto fondamentale per la accountability. Tutti devono rendere conto di quel che fanno», prosegue il segretario Fimmg, «dai medici di medicina generale all’amministrazione».
Alcune iniziative sono già state prese: «Nell’ultimo accordo collettivo», spiega Milillo, «abbiamo introdotto l’obbligatorietà del flusso dati fra lo studio e l’azienda e l’obbligatorietà della ricetta on line». Altre sono ancora da discutere. La ristrutturazione del meccanismo di compenso, ad esempio. «Uno degli aspetti fondamentali della ri-fondazione è la distinzione tra l’onorario professionale e i costi di produzione». Fino ad oggi indistinti. «Nel prossimo accordo con le Regioni e il governo cercheremo di modificare strutturalmente questa situazione».
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