Oggi se uno va in libreria ci trova un libro che si intitola “Repertorio dei matti della città di Roma” e dentro, se uno poi lo apre quel libro, ci trova che ci stanno scritte cose di gente di Roma come questa: “Uno stanco di abitare in una strada che non aveva un nome, un giorno, sotto casa sua ci aveva piantato un cartello. Ci aveva scritto: via meglio di niente” oppure “Uno che era stato al santa maria della pietà diceva che al mondo c’erano più pazzi che briciole di pane”o anche “Uno era quello che una volta ha detto “Avete più paura voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell’ascoltarla” e quelli che dovevano pronunciare la sentenza hanno avuto talmente tanta paura che l’hanno bruciato a Campo De Fiori”. E tra quelli che hanno scritto queste cose ci stanno anche quelli che queste cose me le hanno raccontate e io che le ho scritte lì dentro a questo libro insieme ad altri che sono scrittori bravi e Paolo Nori che hanno scritto anche “Uno era un autista dell’autobus 62. Quando arrivava la notte, alla fine della corsa al capolinea di piazza Bologna scriveva sul suo display “Gotham city” e ancora “Uno che si chiamava Nino B. stava nel padiglione 16 e quando gli dissero che volevano chiudere il Santa Maria della Pietà, l’ospedale psichiatrico di Roma, prese il direttore sanitario Tommaso L. e gli disse: “non puoi sapere quanto sia difficile per noi entrare fuori”. Per dire i matti di Roma, ecco.
E ci sono poi anche i repertori matti delle città di Torino, di Milano e di Bologna e poi ne arriveranno anche di altre città.
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