Cultura

I Massive Attack? Rock vero, oscuro e potente

Recensione del cd "100th window" dei Massive Attack.

di Enrico Barbieri

Niente motivi sinuosi che si piantano nel cervello, nel nuovo disco dei Massive Attack: il suono è robusto e non fa nulla per accattivarsi l?ascoltatore. Esce col marchio Massive Attack 100th window, dopo ben cinque anni da Mezzanine. Del gruppo originario è rimasto solo uno: Dj Mushroom ha cambiato strada tempo fa, mentre Daddy G aveva bisogno di star da solo, ma giura che tornerà presto. Il progetto è dunque figlio solo di Robert ?3D? Del Naja e, tuttavia, la forza propulsiva dei Massive Attack non risulta affatto affievolita. Un po? perché il superstite dimostra d?aver raggiunto ormai la piena maturità compositiva, un po? grazie ai contributi: Sinead O?Connor e Horace Andy, in primo luogo, ma anche Craig Armstrong, Prodigy, Demon Albarn. I momenti in cui questa possente macchina sonora si libra in alto sono numerosi: dalla prodigiosa ouverture di Future Proof a Small Time Shot Away o all?ondeggiante Special Cases, che dischiude un meraviglioso Oriente sintetico su cui il disco volteggia spesso. Quella di 100th window è un?operazione di recupero e sintesi di linguaggi musicali alla deriva: dance, hip hop, chitarre soul e drum machines, molti effetti elettronici e altrettanti archi orientali. Sotto questa trama spessa, continua a battere un cuore dub, preciso e metallico come sempre. Ma vibra ancor più, questa la novità, un rock primigenio, oscuro e potente. Che nell?ora dei cannoni arriva quanto mai puntuale.


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