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I martiri nascosti dell’America Latina

E' il continente dove hanno perso la vita la maggior parte dei religiosi

di Redazione

La regione del mondo più pericolosa per gli operatori pastorali? Nonostante le notizie drammatiche di queste settimane non è il Medio Oriente o l’Asia, ma la cattolicissima America Latina. A confermarlo è il bilancio del 2010 diffuso qualche giorno fa dall’Agenzia Fides, della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli: ben 13 dei 23 esponenti del clero e laici assassinati nel 2010 esercitavano il loro ministero in questa parte del globo.

Per gli addetti ai lavori non si tratta di una sorpresa: l’America Latina, coi suoi enormi problemi di criminalità, è sempre stata una zona altamente rischiosa per sacerdoti e laici, soprattutto per coloro che vivono e operano nelle periferie delle grandi città o in zone particolarmente isolate. Un martirio che non fa più nemmeno notizia.

Nella maggior parte dei casi il movente degli omicidi è il furto. Il Paese con il maggior numero di vittime è il Brasile (5), seguito da Colombia (3), Messico (2), Perù (2), Venezuela, Haiti, Ecuador (1). Tra queste ci sono 10 sacerdoti, 1 religioso, 1 seminarista e 3 laici. Ecco alcune delle loro storie.

In Brasile padre Dejair Gonçalves de Almeida e il laico Epaminondas Marques da Silva sono stati aggrediti e uccisi in canonica, nel quartiere di Agua Limpa, a Volta Redonda, da banditi in cerca di denaro; Padre Rubens Almeida Gonçalves è stato assassinato nella sua parrocchia di Nossa Senhora da Conceição, nella città di Campos Belos (GO), probabilmente in seguito a un diverbio con un uomo a cui avrebbe negato l’affitto della sala parrocchiale; il seminarista Mario Dayvit Pinheiro Reis, dell’arcidiocesi di Sao Luis, è stato ucciso da rapinatori che volevano impossessarsi della sua automobile; mentre don Bernardo Muniz Rabelo Amaral, che operava nella città di Humberto de Campos, è stato assassinato da un uomo a cui aveva dato un passaggio.

In Colombia don Román de Jesús Zapata è stato ucciso durante la notte nella canonica della sua parrocchia, nella città di Turbo; don Herminio Calero Alumia è stato assassinato durante una discussione ad un posto di blocco della polizia nei pressi di Bogotá; Luis Enrique Pineda, coadiutore salesiano, è stato derubato e poi accoltellato nella capitale.

In Messico don José Luis Parra Puerto è stato assassinato dopo essere stato derubato del furgoncino su cui viaggiava; don Carlos Salvador Wotto è stato ritrovato morto nella sua parrocchia, Nuestra Señora de las Nieves (Oaxaca), imbavagliato e legato, con bruciature di sigaretta sulle braccia e segni di tagli in diverse parti del corpo.

In Perù il frate francescano Linán Ruiz Morales e il suo collaboratore, Ananias Aguila, sono stati usccisi a Lima da malviventi entrati nel convento per rubare: il corpo del primo è stato rinvenuto nella sua camera da letto, il secondo nella cucina della mensa per i poveri, accanto alla Chiesa.

In Venezuela, nella città di Puerto Ordaz, ha trovato la morte padre Esteban Robert Wood, probabilmente in seguito a una una rapina da parte di sconosciuti.

In Ecuador il missionario polacco Miroslaw Karczewski è stato trovato morto nella canonica della sua parrocchia, a Santo Domingo, con ferite sul collo e in altre parti del corpo. È stato ucciso  con un grande crocifisso da malviventi che poi hanno rubato cellulare e computer.

Ad Haiti l’operatore della Caritas Julien Kénord è stato ucciso a Port-au-Prince in seguito a un tentativo di rapina.

di Alessandro Armato
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