Mondo
I Maori contro la Lego: «Sfrutta la nostra cultura»
La multinazionale sotto accusa per aver inserito frasi e danze polinesiane in un nuovo videogame
La Lego rischia di essere portata in giudizio dai maori neozelandesi. Al centro della disputa, di cui dà notizia la Cnn, l’uso di parole maori e della cultura polinesiana in un nuovo videogame prodotto dall’azienda di giocattoli famosa in tutto il mondo.
È stato un avvocato neozelandese, Solomon Maui, a sollevare il caso, scrivendo alla Lego per chiedere la sospensione dalla vendita di un gioco che «violi la proprietà intellettuale del popolo polinesiano dei maori sulla propria cultura e il proprio linguaggio». In Europa il gioco è già in vendita – si chiama Bioniche – e presenta personaggi con fattezze simili a quelle polinesiane e con nomi come Toa, Tohunga, Pohatu e Whenua, impegnati nella lotta per liberare un’isola chiamata Mata Nui.
La richiesta dell’avvocato Solomon Maui non rappresenta il primo caso di intervento a tutela della cultura e dei simboli maori. La Lego ha però già replicato che nel proprio prodotto non c’è alcuna intenzione di interferire con la tradizione del popolo polinesiano e che quindi il gioco non verrà tolto dal mercato.
Di recente alcune organizzazioni maori hanno protestato contro una pubblicità in cui uno scozzese con tanto di kilt si esibisce in una ‘haka’, la danza rituale maori resa famosa in tutto il mondo anche grazie alla squadra di rugby degli All Blacks che la inscenano all’inizio di ogni partita.
Altri maori hanno protestato contro personaggi dello spettacolo, come il cantante Robin Williams – l’ex cantante dei Take That – che si è presentato con tatuaggi in perfetto stile polinesiano.
I 300.000 maori rappresentano il più numeroso gruppo etnico tra quelli – come gli hawaiani e i samoani – che abitano le isole della Polinesia.
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