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I giovani qui sono protagonisti. Oltre “l’effetto wow”
Nel magazine di maggio di VITA abbiamo voluto spostare il punto di vista. Smettere di pensare che “il problema” stia nei ragazzi, come singoli e come generazione o di illudersi che il nostro compito di adulti sia solo quello di aiutare il singolo senza intervenire sulla comunità. Il punto è dare spazio per davvero ai ragazzi e ai giovani e l'unico modo per farlo è cedere potere. Dove accade, succedono cose meravigliose. Come dimostra Start Net Youth in Puglia, Basilicata e Campania
Hanno dai 14 ai 26 anni e sono spinti dalla volontà (anzi, dal bisogno urgente) di prendere in mano il loro destino. «Sentiamo di avere in mano le chiavi del cambiamento. Forse può suonare esagerato, ma alla nostra età avere questo rapporto diretto con le istituzioni e avere la sensazione di essere ascoltati ci fa sentire parte attiva», dice Giulia Romagnolo, 21 anni, di Bari. Lei ed Emanuele Renna, 20 anni, di Lecce, sono i rappresentanti di StartNet Youth, l’organo giovanile di StartNet, la rete creata da Fondazione Mercator e Goethe Institut nel 2017 per promuovere la transizione scuola-lavoro in Puglia, Basilicata e Campania. «Nel 2020 ci siamo resi brutalmente conto che nei nostri progetti pensati per i ragazzi, i ragazzi non c’erano. Abbiamo colto al balzo il progetto Gen C di Agenzia Nazionale Giovani e Ashoka Italia e abbiamo lavorato per creare una co-leadership», spiega Simona Ferrante, responsabile della partecipazione giovanile di StartNet. «Non è banale, innanzitutto perché è difficile che gli adulti diano ai ragazzi fiducia e spazio».
Oggi questi giovani – una ventina quelli in prima linea nella progettazione e nell’organizzazione delle attività, circa 300 quelli già coinvolti nei territori, per esempio con “weekend trasformativi” – attraverso Emanuele e Giulia siedono ai tavoli di StartNet, sia a livello operativo che di governance. «Ogni volta che la rete si riunisce, ci sono due sedie per noi», racconta Giulia. Lì come negli altri contesti che hanno imparato a frequentare, dagli enti locali alle università, a farli impazzire – racconta – è «l’effetto “wow”»: perché «spesso gli adulti non pensano che noi ragazzi abbiamo un background di esperienza e così quando ci ascoltano per davvero sono sempre un po’ sorpresi di scoprire che ciò che diciamo ha senso, che il nostro punto di vista fa vedere cose a cui loro non avevano pensato… Si sorprendono proprio della consistenza della nostra proposta. Questo percorso ci ha fornito la cassetta degli attrezzi per essere changemaker, abbiamo imparato il design thinking ma la cosa più rivoluzionaria per me è l’aver avuto la possibilità di fare sentire la mia voce, di superare la sensazione di solitudine, acquisire la consapevolezza che le cose si possono cambiare. È una figata», dice.
I primi due esiti di StartNet Youth sono il Manifesto dei giovani per la transizione scuola-lavoro, presentato a maggio 2022, ricco di proposte come il mentore per l’orientamento e il format “StayCool” messo a punto dai ragazzi e oggi proposto a scuole e enti locali per affrontare con i giovani di un territorio i temi della transizione scuola-lavoro in modo partecipato e attivo. «Stiamo lavorando anche ad una pubblicazione metodologica su come creare e portare avanti una community giovanile», anticipa la coordinatrice Ferrante. Il segreto per lei sono le cinque “C”: cura, crescita, community manager, coinvolgimento e co-creazione. Per Giulia è più semplice: «Ascoltateci».
Questa è una delle 12 esperienze raccontate da VITA sul magazine maggio, dal titolo Gioventù Bruciata. Dopo l'inchiesta a tutto campo del capitolo 1 e le otto riflessioni del capitolo 2 su come l'intero sistema Paese deve cambiare, superando la logica delle risposte individuali, il capitolo 3 traccia la via d'uscita: il protagonismo e la partecipazione di adolescenti, ragazzi e giovani. Quella autentica però, "from voice to choice". Per acquistare il numero dallo store di VITA, clicca qui.
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