Non profit

I giovani nel mirino di Monti

Annunciati 8 miliardi contro la disoccupazione giovanile, mentre la Fornero vuol licenziare i dipendenti pubblici

di Antonietta Nembri

Monti annuncia il “Salvagiovani” il piano dedicato in particolare al lavoro giovanile. Dovrebbe apparire come la fase due del Salvaitalia. Nei giornali si parla della promessa di 8 miliardi di fondi Ue contro la disoccupazione, da destinare all’imprenditoria e al lavoro giovanile. A rubare la scena a Monti nelle prime pagine dei quotidiani la ministro Fornero e la sua ipotesi di licenziabilità anche dei dipendenti pubblici e l’intervento di Mario Draghi alla Sapienza di Roma.

In rassegna stampa anche

TOBIN TAX
TAV
VILLA ADRIANA

Il CORRIERE DELLA SERA Apre su “Piano di Monti per i giovani” e tra occhiello e catenaccio dà i punti delle notizie economico-politiche di ieri: “Il premier promette 8 miliardi e misure sul merito. Draghi: puntare sulle nuove generazioni” e “Lavoro e fisco, le critiche di Confindustria al governo”. A pagina 2 accanto all’articolo che racconta degli intervento di Monti al Forum nazionale giovani e su La7, si possono vedere i grafici della disoccupazione giovanile che si impenna dall’agosto scorso e un grafico con la ripartizione geografica dei giovani disoccupati. Quella che annuncia Monti è «una “riforma del merito”, concedendo incentivi, borse di studio e tasse più basse per gli studenti più bravi (…) Ai giovani Monti dice anche che “la riforma del mercato del lavoro favorisce una distribuzione più equa delle risorse estendendo le garanzie a tutti”. E ritorna sul concetto della “noia” del posto fisso, evitando i malintesi lessicali di qualche mese fa (…)». Nella pagina accanto si trova un box con la scheda riassuntiva della riforma prospettata da Monti con il titolo “Scuola, formazione e carriera i punti della svolta”. L’unico articolo di pagina 3 è sull’intervento di Draghi alla Sapienza durante la lezione a ricordo di Federico Caffè. Si riportano alcune frasi del presidente della Bce: «la crisi internazionale ha colpito tutti ma i giovani in particolare» e poi «la iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani» e sempre sulla flessibilità definita da Draghi «eterna flessibilità senza speranza di stabilizzazione», nel discorso c’è un po’ di tutto compresa l’analisi della debolezza degli ammortizzatori sociali ma, avvisa anche quanto sia «vitale per la crescita e l’occupazione che le banche tornino a porsi in condizione di rifinanziare l’economica». Le pagine successive: la 5 e la 6 che sono segnalate nel richiamo in prima pagina sono dedicate rispettivamente alla riforma dei contratti annunciata dalla ministro Fornero e alle critiche espresse nella relazione del neo presidente di Confindustra Squinzi

“Lavoro, 8 miliardi per i giovani”. REPUBBLICA apre con l’annuncio dato ieri dal premier Monti sul fondo di sostegno che il Governo varerà (prossimamente) per i giovani e l’impiego. Annuncio che viene dopo le sempre più disastrose cifre sulla disoccupazione giovanile, e il richiamo del governatore della Bce Mario Draghi, che sottolinea come per l’impiego degli under 30 “l’Europa sta facendo più di noi”. Dalla teoria alla pratica: all’annuncio di Monti risponde l’impegno del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, «l’uomo che ha in mano i rubinetti dei finanziamenti europei riservati allo sviluppo». Proprio da quei rubinetti passerà il flusso di finanziamenti all’occupazione e imprenditoria giovanile. Nessuno degli editorialisti di Repubblica entra a commento di questo piano.

Il pezzo de IL SOLE 24 ORE punta sulle parole di Draghi, legate ai giovani: “Draghi: dare speranza ai giovani”. «E proprio ai giovani Draghi ha dedicato un passaggio importante della sua lezione, ricordando che “la crisi internazionale ha colpito tutti, ma i giovani in modo particolare» e spiegando che «la iniqua distribuzione del peso della flessibilità solo sui giovani produce un’eterna flessibilità senza speranza di stabilizzazione”. Il sottoutilizzo delle risorse dei giovani riduce in vari modi la crescita economica, ha detto ancora Draghi. “Oltre a ferire l’equità – ha concluso – si tratta di uno spreco che non possiamo permetterci”». Poco dopo arriva la risposta di Mario Monti: “In Italia il 29% dei fondi strutturali 2007-2013 è ancora privo di allocazione, più di  miliardi sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile” ha sottolineato il premier aggiungendo rivolto alla platea del Forum nazionale Giovani “Siete una delle nostre priorità. La riforma del mercato del lavoro favorisce una distribuzione più equa delle risorse, estendendo le garanzie a tutti e vi renderà liberi di scegliere il lavoro che volete”. Per Monti della possibile riallocazione del 29% dei fondi Ue 2007-2013, ancora da programmare, potrebbero beneficiare 460mila giovani in Europa, di cui 128.300 in Italia (50.000 solo in Sicilia). Di questi fondi, 3,6 miliardi potrebbero essere destinati al Sud e coinvolgere altri 28.000 giovani stranieri invogliati a venire a lavorare da noi”»

LA STAMPA apre con l’esclusiva a firma Marco Zetterin sulla pagella di Bruxelles sull’Italia: non servono altre manovre. Sulla questione giovani il quotidiano torinese propone a pagina 13 una doppia intervista sotto il titolo “I nemici dei giovani in politica”. «Scendete in campo e rinnovate l’Italia», aveva detto Napolitano. A lui replicano Salvatore Scalzo, 28 anni candidato sindaco a Catanzaro sconfitto di un soffio e il 43enne (giovane?) consigliere comunale del Pd a Parma Nicola Dall’Olio. Sostiene Scalzo: «Una generazione credibile pronta a partecipare c’è già, i partiti ci diano spazio. L’attuale sistema non invita i giovani a partecipare alla vita dei partiti. L’esperienza si mescola alla rendita di posizione». Così invece Nicola Dall’Olio: «Bisogna sapersi buttare. Io alle primarie ho sfidato il burocrate del Pd. Un giovane deve essere critico e osare, non deve farsi coinvolgere da una certa sudditanza nei confronti di chi è già arrivato».

Monti ha «cavalcato» il tema giovani per tutta la giornata di ieri, dice AVVENIRE. Il premier ha promesso una riforma «basata sul merito» e benché di «soldi freschi» non ce ne siano, secondo lui «il 29% dei fondi strutturali Ue per il 2007/2013, più di 8 miliardi di euro, sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile». Il diretto interlocutore era Mario Draghi, presidente della Bce, che ieri ha ricordato come «il sottoutilizzo dei giovani» sia «uno spreco che non possiamo permetterci». Draghi ha citato Federico Caffè: «non si può accettare l’idea che un’intera generazione di giovani debba considerare di essere nata negli anni sbagliati e debba subire come fatto ineluttabile il suo stato di precarietà occupazionale».

IL GIORNALE mette in rilievo il desiderio di Monti di avere l’ok europeo sulle riforme italiane. A partire da quella del lavoro. «Ai sindacati e alle imprese che l’hanno criticata il premier replica freddo dicendo che sono portatori di interessi particolari, mentre il Governo  con l’approvazione del disegno di legge sul lavoro, ha fatto l’interesse generale. Tanto che Monti si dice più contento del sì della Commissione europea e dell’Ocse che dei dubbi espressi da imprese e sindacati. IL GIORNALE annuncia due novità: la destinazione di 8miliardi di euro a favore delle politiche giovanili e la riforma del merito: saranno introdotti incentivi per i più bravi a scuola e saranno ridotte le tasse universitarie ai più meritevoli».

IL MANIFESTO dedica l’apertura al ministro Fornero con una foto e un titolo evocativo “La Brunetta” ovvio il riferimento al ministro del precedente governo “«Licenziamento anche per i dipendenti pubblici». Il ministro del Welfare Fornero forza la mano e litiga con il collega Patroni Griffi. Il presidente di Confindustria Squinzi contesta la riforma del lavoro. Draghi ricorda Federico Caffè: «Patto europeo per la crescita»” recita il sommario che rinvia alle pagine 2 e 3 dove si trova l’analisi dell’intervento di Draghi, ma non c’è nulla sul piano di Monti. In compenso si sprecano le analisi e i rimandi a Federico Caffè di cui viene riportato anche un articolo del 1980.

ITALIAOGGI apre sulla “bufera” sollevata dalle parole del ministro Fornero « mi auguro che  qualcosa di simile a quello che è stato fatto per i dipendenti privati  sulla possibilità di licenziare sia inserito nella delega per i dipendenti pubblici» rivolte al collega Filippo Patroni Griffi. ITALIAOGGI bacchetta la Fornero che avrebbe scelto  di fare questa dichiarazione in un contesto non appropriato – aula universitaria-. E in tempi sbagliati. Perché mentre lei era a Torino, il presidente Monti e il presidente della Bce Mario Draghi, dimostravano lo stesso problema in altro modo.  La realtà non cambia: ma è ben diverso promettere 8 miliardi di fondi europei ancora senza allocazione con un piano che potrebbe coinvolgere 128mila giovani. Gioco facile per i sindacalisti che come Michele Gentile, Cgil, ha definito quello della Fornero il ministero dei licenziamenti.

E inoltre sui giornali di oggi

TOBIN TAX
IL SOLE 24 ORE – Un pezzo del commissario europeo Algirdas Semeta a pagina 18 “Una Tobin Tax per la crescita”: «In primo luogo bisogna sottolineare che l’introduzione della Tobin tax consentirebbe nuove e significative entrate provenienti da un settore che è in grado di garantirle. La proposta della Commissione apporterebbe circa 57 miliardi di euro l’anno semplicemente applicando un’imposta dello 0,1% sulle obbligazioni e dello 0,01% sui derivati. Senza chiedere ulteriori sforzi ai cittadini (che sarebbero in larga misura al riparo da tale imposta) gli Stati membri otterrebbero così entrate supplementari per espandere il margine di bilancio e compiere investimenti mirati.
In alternativa, l’imposta sulle transazioni finanziarie potrebbe contribuire a quelle riforme fiscali orientate alla crescita che i governi nazionali sono adesso chiamati a varare. Usare l’imposta sulle transazioni finanziarie per ridurre altre tasse che hanno un effetto distorsivo, in primo luogo sull’occupazione, potrebbe aiutare a promuovere l’occupazione ed a incrementare la domanda aggregata, due ingredienti essenziali della crescita. In secondo luogo, non si devono sottovalutare gli effetti positivi che una maggiore responsabilizzazione del settore finanziario sortirebbe sulla crescita. In questi anni abbiamo potuto constatare i danni che può arrecare un’attività bancaria puramente improntata alla speculazione: dobbiamo fare in modo che ciò non si ripeta mai più. Gli istituti finanziari devono dunque ripensare le proprie attività, e fare la propria parte nel ricostruire un’economia sana. Ciò significa dedicare molta più attenzione al finanziamento delle imprese – di tutte le dimensioni – e alla promozione di investimenti sostenibili. L’imposta sulle transazioni finanziarie fungerà certamente da incentivo in tal senso. Essendo uno strumento di mercato che privilegia le attività finanziarie stabili rispetto alla speculazione ad alto rischio, questa imposta dovrebbe aiutare ad allentare le restrizioni del credito, a ripristinare la fiducia negli investimenti di lungo termine e ad accrescere l’occupazione».

TAV
AVVENIRE – In Val di Susa compaiono manifesti che condannano i consorzi che accettano lavori per la Tav. “C’è lavoro e lavoro”, lo slogan scelto. Con sotto l’elenco delle «ditte che vogliono distruggere la nostra valle e rubarci il futuro». Molti sindaci hanno fatto rimuovere i poster: «barbari e intolleranti». 

VILLA ADRIANA
IL MANIFESTO – Richiamo in prima pagina sulla decisione di aprire la discarica di Corcolle a pochi chilometri da Villa Adriana ricordando che “lo scempio della discarica spacca il governo”. Due le pagine dedicate al caso, la 6 e la  7, che si aprono con il titolo “Senza arte né parte”. Si riportano in tre brevi didascalie accanto alle foto dei ministri Ornaghi, Clini e Cancellieri con le loro posizioni sulla decisione: contraria quella di Ornaghi, alla ricerca di un’alternativa Clini, mentre dalla ministro dell’Interno si sottolinea il suo apprezzamento al prefetto commissario all’emergenza. In un sommario a pagina 7 si ricorda: “L’Italia a rischio di sanzioni europee per danni ambientali. Carandini: «Siamo alla crisi di civiltà»”. Il corsivo a commento è affidato a Gianfranco Capitta con il titolo “Il patrimonio culturale non è riciclabile” che ricorda in un passaggio come «(…) dicono di cercare disperatamente la “crescita”, ma non riescono a immaginarsi che possa trovarsi nel patrimonio culturale e artistico, l’unico che abbiamo (…)» e conclude «(…) In questa specie di partita a morra, la cultura, la memoria e l’arte, nonché il buon senso, hanno già perso in partenza»


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