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I giovani al lavoro, sempre più tardi

I giovani europei iniziano a lavorare sempre più tardi, i dati di una ricerca Eurostat.

di Redazione

I giovani europei iniziano a lavorare sempre più tardi, i dati di una ricerca Eurostat.
I giovani europei continuano i loro studi sempre più a lungo e, nell’insieme iniziano a lavorare più tardi dei loro genitori. Nel 1997, nell’insieme dell’Ue bisognava andare fino all’età di 23 anni per trovare una classe di età in cui almeno un giovane su due avesse un posto di lavoro che lo impegni 12 ore la settimana o più. Si comincia a lavorare più giovani in certi paesi che in altri: in Germania, Danimarca, Austria e nel Regno Unito la metà almeno dei giovani di 19 anni aveva un lavoro, in Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Portogallo l’età media per iniziare a lavorare era poco inferiore alla media europea rispecchiata invece in Belgio e Svezia. Occorreva attendere i 24 anni in Francia, Grecia e Finlandia e addirittura i 25 anni in Spagna e Italia. Si inizia a lavorare più tardi e per di più il lavoro prende forme diverse ed elastiche: tempo parziale, lavoro di notte o di domenica. Il part time rappresentava il 14 per cento dei posti di lavoro nel ’90 che nel ’97 è salito al 17. Sono circa 18 milioni i lavoratori notturni sia regolari sia saltuari, cioè il 14 per cento del totale. Gli Stati in cui ci si discosta maggiormente dalla media sono il Regno Unito che detiene il record di questo genere di lavoro con il 22 per cento e il Portogallo dove al contrario ci si limita all’1 per cento. Il lavoro di domenica è molto sviluppato nel Regno Unito (40%), Danimarca (34%) e Svezia (32%) con una media Ue del 25, mentre questo tipo di lavoro non ha successo nel sud dell’Unione.

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