Cultura
I giornalisti basettoni
I giornalisti che sul calcio, su questo calcio, ci hanno campato
I giornalisti. I soloni pontificatori della domenica sera. Abbigliati in gessati e basettoni e orologi grossi come pendole. Quelli degli editoriali. Quelli che consigliano i mister. Quelli pronti ad accusare i tifosi incivili, a sanzionare l?invasione di campo a seguito della vittoria di Coppa, ad esecrare l?esultanza sguaiata del centrattacco dopo il gol che vale una stagione. I giornalisti che sul calcio, su questo calcio, ci hanno campato. A braccetto con tutti coloro segnati dall?avviso di garanzia, dalla chiamata in procura. Dei cattivi sparati in prima pagina. Che questo sistema hanno sicuramente rafforzato, ma certo non creato. Ci vengano mica a contar balle. Ci si sono trovati come il maiale nel truogolo. Ci hanno sguazzato a mollo almeno per una decade. Ma non se lo sono portato da casa. Hanno fatto ammuina. I cattivi da prima pagina e i giornalisti. Quei nomi che senti sussurrare nelle intercettazioni. E che adesso prendono le distanze. Staccano il cellulare. Si rifiutano di rilasciare dichiarazioni. Si battono goffamente il petto commentando che tutto sommato qualcosa si sapeva. Cercando di passare in un nanosecondo da fiancheggiatori a fessi. Da delinquenti a deficienti. Tutti quelli che vedi in prima fila nelle trasmissioni sportive. Da anni assiepati nella trincea del fine settimana. Che non potevano non sapere. Non potevano non avere sentore.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.