Volontariato

I giornali? hanno sbagliato marcia

Dopo la Perugia-Assisi. Flavio Lotti, il portavoce della Tavola della pace, boccia senza appello il comportamento dei media.

di Barbara Fabiani

Come ha trascorso il dopo marcia Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, e vera anima della Perugia-Assisi? Ha voluto leggersi tutti i giornali per vedere com?era stato raccontato quell?evento, così grande per lui e per qualche centinaio di migliaia di persone. La delusione è stata grande. Tanto che ha deciso di prendere la matita blu e di sottolineare gli errori e le arbitrarietà raccontate dalla stampa.
Vita: La marcia sulle pagine dei quotidiani non ha fatto molta strada?
Flavio Lotti: Ben poca. Ho avuto l?impressione che i giornalisti avessero consegne precise, definite giorni prima: tutti intorno ai politici, ai no global, microfoni per i fischi, non importa quanti, e occhi aperti se scappava qualche ?schiaffone?. Nessuno ha fatto cronaca, piuttosto raccontavano quello che rispondeva alle loro esigenze. Per i grandi quotidiani, a cominciare da Repubblica, Corriere della sera ma anche Stampa e Unità la marcia è stata solo l?occasione per parlare delle divisioni della sinistra sulla guerra. Sui partecipanti solo qualche accenno di folclore. Tra i pochi giornalisti corretti quelli di Avvenire che hanno intervistato i marciatori sulle loro motivazioni e sensazioni. Alle parole chiave dei giornali, oggi poi si è aggiunta quella della ?variabile cattolica?, che è un altro stereotipo. Sono cattolico ma non condivido questa lettura perché continua ad appiccicare etichette. L?unico giornalista che invece si è accorto che marciava tanta gente senza etichette è stato Fulvio Buffi del Corriere che ha notato come ci fossero moltissime persone senza striscioni né cartelli e nemmeno l?adesivo ?no global war?. È la vera forza della marcia: gente che non è ?militante? nel senso classico, che non fa parte della Tavola della pace, né di Mani Tese, della Rete di Lilliput o dei no global. Gente che ha un?idea politica ma che agisce per una riflessione personale. I giornali ci hanno raccontano una decina di personaggi, gli altri 299.990 non hanno avuto peso.
Vita: Ma tutti si tengono sotto i 200mila…
Lotti: Quando nel ?95 eravamo tra gli 80 e i 100mila, il corteo era lungo 10 chilometri e piuttosto sfilacciato. Domenica 14 il corteo era un fiume compatto, per 23 chilometri, e non abbiamo contato i tanti che, non riuscendo a scendere dai pullman a Perugia né alle altre tappe, sono andati direttamente ad Assisi. Trecentomila è una cifra ragionevole.
Vita: E la tv come si è comportata?
Lotti: La diretta di RaiTre è stato un esempio di giornalismo autentico, perché ha lasciato che fossero le immagini e le persone a descriversi. Invece molti sono rimasti delusissimi da Sciuscià. Avevano colto dettagli veri, come la preparazione mattutina e la partenza, ma alla fine si è trattato della solita lettura dei fatti per provare una tesi: la divisione della sinistra. Ho trovato che molti giornalisti non avevano curiosità di capire quanto di applicare degli schemi. Anche Santoro, che nella sua trasmissione invita costantemente Casarini e Agnoletto, è perché pensa che quello sia il linguaggio che fa audience. I leader del resto della società civile li evita, perché non servono per il tipo di gioco che si deve fare in televisione.
Vita: Alcuni commentatori però non hanno potuto negare l?importanza dell?evento
Lotti: È stata la forza dell?evidenza. È importante che Curzio Maltese abbia riconosciuto che le motivazioni della gente contro la guerra non erano ideologiche, che non era una manifestazione antiamericana. Che Galli della Loggia abbia ammesso che ?i pacifisti esistono? e che questa non è stata una marcia contro Berlusconi o Bush, come molti si aspettavano. E non lo è stata perché le persone che vi hanno partecipato hanno un progetto più ampio di cambiamento. Sanno che non è cambiando un capo di governo che cambi un intero mondo. Ci hanno rinfacciato (lo stesso della Loggia), slogan semplicistici e accusati di non avere proposte su come metterli in pratica. Lo stesso ha fatto Maurizio Blondet di Avvenire, che ci ha definiti ?buonisti un po? sempliciotti?. È il sintomo di quanto poco conoscano questo pezzo di società italiana. Dietro allo slogan ?cibo, acqua e lavoro per tutti? c?erano campagne contro il debito, per l?acqua, la global march e moltissimo altro. Temo che questi commentatori siano convinti che non possa esserci ?cibo , acqua e lavoro per tutti?.
Vita: Quali i giornalisti più in mala fede?
Lotti: Paolo Guzzanti e Giuliano Ferrara. Il primo ha scritto cose vergognose, riempiendoci d?insulti tipo: ?Tanti nazisti e comunisti, sepolcri imbiancati. La marcia è una penosa mascherata?. Parole d?odio. Anche Ferrara è stato, come spesso capita, la voce dell?arroganza. Arrivare a proporre una ?contromarcia? ad Assisi, lascia senza parole. In questo momento in cui bisogna essere uniti contro il terrorismo come si può puntare a separare e a seminare odio? Inoltre due giornali importanti come Panorama e Il Sole 24ore hanno completamente ignorato la marcia. Malgrado la diretta di Radio 24 la domenica mattina. E poi ci siamo presi una grande soddisfazione con Forattini.
Vita: Cioè?
Lotti: Per la prima vola non ha potuto pubblicare la stessa vignetta che da 15 anni commenta la marcia. Non ha avuto elementi per pubblicare niente del genere.
Vita: L?Onu dei popoli è finita sotto silenzio…
Lotti: Perché l?attenzione è focalizzata sulle polemiche di palazzo e non sulla società.
Vita: Nessun mea culpa?
Lotti: Sì, dobbiamo imparare a guardare ai grandi media non come agenti di cambiamento ma parte del problema. Dobbiamo conoscere i media e saperli utilizzare. Per il resto sono i legami umani tra la gente, anche all?interno di organizzazioni, a fare la vera informazione. Bisogna lavorare con le migliaia di piccoli rivoli che ingrossano il fiume. Quando sono tornati a casa, questi 300mila, hanno trasmesso più significati di un talk show.
Vita: E la memoria storica della marcia ?
Lotti: C?è l?inserto di Vita. Stiamo raccogliendo testimonianze. Chiediamo ai marciatori di inviarci 30 righe del loro diario.

Tavola della pace, via della Viola 1
06122 Perugia, fax 075.55739337

email: mpace@krenet.it

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