Welfare

I giornali del carcere sono ancora vivi, e si incontrano

di Redazione

Le redazioni si sono incontrate a Padova
I coordinatori dei giornali e di altre realtà dell’informazione dal carcere si sono incontrati l’8 febbraio a Padova nella redazione di Ristretti Orizzonti. Luigi Ferrarella, giornalista di giudiziaria del Corriere della Sera e autore di Fine pena mai, un libro che è un viaggio impietoso dentro la giustizia italiana, è intervenuto dando spunti importanti sul rapporto che chi fa informazione dal carcere può stabilire con i media, su come arrivare ai lettori “maldisposti” rispetto alle questioni della giustizia e del carcere, attraverso la credibilità e l’attendibilità dei dati e delle testimonianze, su come approfondire il lavoro di controinformazione attraverso lo “smontaggio” di notizie riguardanti le pene e il carcere. Ristretti Orizzonti ha illustrato la sua esperienza con l’Ordine dei giornalisti del Veneto, con il quale ha organizzato di recente un seminario sui temi dell’esecuzione penale, con interventi dei magistrati di sorveglianza di Padova, di un avvocato delle Camere penali, dell’autore di una importante ricerca sulla recidiva dell’indulto, e anche di molti detenuti con le loro testimonianze. Si è deciso di provare a organizzare il prossimo ottobre, in accordo con gli Ordini dei giornalisti, un seminario di formazione per giornalisti e praticanti nelle diverse carceri sede di redazioni delle riviste più significative.
Un altro tema affrontato è stato quello di come creare un’Anagrafe delle carceri, riprendendo una proposta di Rita Bernardini e dei parlamentari radicali. Si è pensato quindi, visto che questa proposta non è stata accolta dalle istituzioni, di raccogliere, laddove sono presenti i giornali, tutti i dati disponibili sulla vita carceraria, per rendere il carcere più trasparente, e di aggiornare periodicamente i dati in questione.
Per quel che riguarda il sovraffollamento, verrà elaborata una piattaforma comune, riprendendo alcuni punti come la detenzione domiciliare per l’ultimo anno di pena e la messa alla prova, che sono gli unici strumenti finora proposti che vanno nel senso di non riempire ulteriormente le carceri. Le proposte verranno presentate, con testimonianze di detenuti e dati e approfondimenti delle redazioni, in un inserto comune a più giornali cercando di trovare con loro forme stabili di collaborazione.

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