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I giornali, bagarre sulla moschea

Rassegna stampa dai giornali di oggi

di Maurizio Regosa

Chiesa e potere politico. Papa Benedetto XVI ieri ha lanciato un appello ai grandi della terra perché si impegnino a favore dei diseredati. È il tema su cui oggi aprono molti giornali, che pure danno conto dell’altro fronte “caldo” nelle relazioni fra Chiesa e poteri questa volta italiani, lo scontro fra il ministro Maroni e la Curia milanese a proposito della moschea di Viale Jenner.


È quest’ultimo a dettare l’apertura del Corriere della Sera: “Moschea, Maroni contro la Curia”. E in taglio più basso, “G8, appello del Papa: basta speculazioni impegnatevi con i poveri”. Subito il resoconto dei fatti, con la proposta della Curia (creare piccole moschee per 3-400 persone) e quella del comune (un luogo di culto a tempo, per poche ore, magari usando il velodromo Vigorelli, temporaneamente). Quel che colpisce è naturalmente la vioulenza dei toni: monsignor Bottoni e «il suo capo» (cioè il cardinale Tettamanzi), inveisce Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio a Milano, «sono come quei magistrati che facendo politica screditano l’intera categoria», vadano «in Arabia Saudita a parlare con i preti perseguitati». Il Corriere, nella stessa pagina, fa la cronistoria del problema, di come il garage di viale Jenner che ospita la preghiera sia diventato famoso anche a livello nazionale, di come i prezzi delle case siano scesi…
Quanto al ministro, intervistato da Fiorenza Sarzanini a pagina 3, va al contrattacco e rifiuta l’accusa di fascismo: «Evidentemente il destino degli uomini per bene come me è ricevere insulti… Mi hanno dato del razzista, del nazista e adesso ancora ingiurie». E via spiegando che non vuole chiudere la moschea: «vogliamo trasferire il centro islamico in un altro luogo dove siano rispettate le norme igienico-sanitarie, urbanistiche e i regolamenti comunali, cosa che invece ora non avviene assolutamente». E ancora: monsignor Bottoni, «dovrebbe preoccuparsi della negazione dei diritti dei cittadini milanesi che non possono dormire la notte, girare liberamente per il quartiere, fare ciò che è consentito in altre zone».
È nel Primo piano – alle pagine 10 e 11 – che il quotidiano di Via Solferino affronta l’appello del Papa che chiede al G8 di fermare gli speculatori. E lo fa ricordando la richiesta, intervistando un esperto (Fabio Scacciavillani: «la distinzione tra speculatori e acquirenti reali non c’è più») e analizzando le posizioni di quanti sostengono che abolire il G8 «non è più un tabù». O quanto meno modificarlo: Sarkozy ad esempio intende proporre l’ingresso di Cina, India, Sudfrica Brasile e Messico.
La Repubblica al contrario apre con il Papa: “Il Papa: il G8 aiuti i poveri” (in realtà è solo un titolo, il richiamo sotto riguarda la politica edilizia del governo) e affronta la questione milanese all’interno.
Il pezzo, a pagina 4, è intitolato “Il Papa: basta speculazioni sul cibo”, parte dall’appello («adottare coraggiosamente tutte le misure necessarie per vincere il flagello della povertà estrema, della fame, delle malattie, dell’analfabetismo che colpiscono ancora tanta parte dell’umanità») e segnala le risposte dei potenti. Primo Gordon Brown che si impegna per «misure concrete». Berlusconi si dice d’accordo con Benedetto XVI: c’è il rischio che si arrivi a «conseguenze nefaste per chi è fuori dal benessere che vede aumentare la propria fame».
Il quotidiano sottolinea però che «le ricette che gli otto leader prospettano per bloccare l’impennata del prezzo del petrolio o del mai, quelle per affrontare i cambiamenti climatici e il depotenziamento delle armi nucleari non sembrano convergere. Tanto da far sospettare a molti che le possibili soluzioni dovranno essere rintracciate al di fuori del circolo ristretto degli otto “big” più industrializzati».
La cronaca dello scontro sulla moschea è a pagina 13. La Lega è chiara: «Non accettiamo condizioni dagli islamici, qui siamo in Italia e non a casa loro», così l’assessore regionale Davide Boni. Nel pezzo nessun riferimento alla polemica con la Curia. Accanto Carlo Annovazzi intervista Penati: “Sì alla libertà di culto ma la legge va rispettata”: Penati di che occorre tutelare i residenti (e quindi multare chi occupa il marciapiedi) ma anche permettere la preghiera. (Naturalmente nelle pagine milanesi Repubblica, come il Corriere, danno ampio spazio).
Mentre Il Sole 24Ore non si occupa né dell’una né dell’altra questione (ma dà conto dell’evasione fiscale del Belpaese: 100 miliardi di euro), La Stampa dedica ampio spazio all’appello del Papa. In due pagine, inoltre, spiega i temi del G8: il caro-energia, il caro-beni alimentari, gli aiuti allo sviluppo. Sulla crisi alimentare a parlare di «un ampio pacchetto» di provvedimenti di emergenza e mirati a aumentare la produzione agricola mondiale è Angela Merkel. Sarkozy assicura invece che il g8 lancerà un appello affinché i Paesi ricchi eliminino le restrizioni alle esportazioni di alimenti. Si prospettano vaghi anche gli impegni per ridurre le emissioni di Co2: «si sa già che gli Usa vogliono bloccare tentativi di indicare obiettivi precisi se non a date lontanissime e in cambio di impegni rigidi per India e Cina» scrive l’inviato in Giappone.
Toni diversi troviamo su Il Giornale che a pagina 9 fa una fotonotiza su Benedetto XVI e affronta la questione milanese fin dalla copertina con un fondo di Paolo Granzotto (che prosegue a pagina 38). Il titolo è chiarissimo: “E la curia di Milano pensa solo a lisciare il pelo ai musulmani”. La classe non è acqua…
Il giornalista se la prende con con monsignor Gianfranco Bottoni, responsabile Relazioni ecumeniche e religiose della diocesi di Milano che ha definito «azione fascista il trasloco della mosche a di viale Jenner». Nella pagine seguenti, la cronaca: il comune che offe il Vigorelli, solo per la preghiera del venerdì, gli islamici che rifiutano e chiedono una nuova moschea a Crescenzago.

Altre notizie

La Repubblica dà spazio alle polemiche (anche in Parlamento) relative al fatto che è stato annullato il 41 bis a 37 criminali. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo: «richiamerò alle loro responsabilità… Togliere il carcere duro vuol dire una cosa sola: allo Stato non interessa trovare gli assassini mafiosi e i loro complici nei palazzi». Amarezza anche di Giovanna Baggiani Chelli, Associazione vittime della strage di via dei Georgofili: «Agiremo anche con proteste di piazza se nelle prossime ore non avremo segnali chiari dal governo». Sul piano politico, Gasparri, con coerenza inoppugnabile, raccomanda ai giudici di occuparsi «di mafia e non di vallette». Di contro Franco Barbato (Idv) sottolinea che la riforma del 2002, fatta dal governo Berlusconi, ha introdotto un «regime di ricorsi che di fatto si è rivelato molto più favorevole ai mafiosi. I magistrati non fanno che applicare la legge». Carlo Vizzini, Pdl, fa un appello bipartisan; Don Ciotti: «si pensi al più presto a un testo unico della legislazione antimafia» e Giancarlo Caselli: «è il momento della riforma del 41 bis».
Il pezzo è corredato da un altro su “L’allarme dei magistrati: volontariato e ‘malattie’ così i boss riannodano le trame”. Si racconta di boss improvvisamente convertiti al volontariato dentro il carcere. Addirittura Leoluca Bagarella ha nominato un volontario come suo tutore. In realtà i magistrati hanno il sospetto che, sapendolo o meno, i volontari facessero da tramite fra le celle… È in corso un’inchiesta.

Interessante l’approfondimento del Sole 24Ore (a pagina 9), una fotografia della forza lavoro immigrata in nero al netto delle badanti: sono 250 mila gli stranieri giovani (25-34 anni), diplomati e sottopagati che lavorano in Italia ma senza documenti. Un’intera pagina di numeri interessanti. E una domanda: per questi che si fa?



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