Sostenibilità

I ghiacciai che si sciolgono, la terra che bolle. Sarà catastrofe climatica?

Risponde Luca Mercalli, docente a Torino e presidente della Società di climatologia italiana

di Maurizio Pagliassotti

Grano meno 9,2%, mais meno 7,5%, orzo meno 4,5%. Sono i dati che in questi giorni la Commissione Europea ha rilevato per la produzione agricola italiana rispetto allo 2005. La colpa? La pioggia che non cade e l?acqua che non c?è: le precipitazioni sono del 40% sotto la media stagionale, e i laghi – svuotati in primavera – non fungono più da bacini di riserva. La situazione è particolarmente critica in Lombardia, dove sono a rischio tutte le risaie, e in Friuli Venezia Giulia, che ha chiesto lo stato di calamità naturale. Gli agricoltori temono che si replichi l?annus horribilis del 2003, quando a causa della siccità il settore agricolo subì perdite pari a 4 miliardi di euro. E ancora: Venezia 34°C, Milano 36°C, Firenze 38°C, a fronte di 29°C a Palermo e 26°C a Bari. Il clima è impazzito, e persino le api ne sono rimaste disorientate: le temperature più alte, la nuova geografia delle fioriture e l?alternarsi di troppo caldo e troppo freddo alterano i momenti della bottinatura, ovvero la raccolta del nettare secreto dalle piante. Api senza bussola, con conseguente crollo di produzione di miele di agrumi e di castagno. Ne parliamo con Luca Mercalli – noto al grande pubblico come il meteorologo di Fabio Fazio – massimo esperto italiano di meteorologia.

Vita: Al momento attuale, qual è l?ipotesi più accreditata per spiegare il cambiamento climatico in atto?
Luca Mercalli: L?immissione in atmosfera di gas che incrementano l?effetto serra naturale del pianeta è un fatto. Bruciando combustibili fossili, praticando forme di agricoltura intensiva o che cambiano la copertura vegetale dei suoli, aumenta il contenuto di CO2 e di metano, che – secondo le precise analisi dell?aria fossile contenuta nelle calotte dei ghiacci polari – risulta oggi ai massimi livelli da oltre un milione di anni. Nell?atmosfera vi sono attualmente 381 parti per milione in volume di CO2, mentre il valore massimo noto nei tempi storicamente coerenti con la presenza dell?uomo sulla Terra non ha mai superato le 300 parti. Questi gas alterano il bilancio energetico della Terra e causano un aumento della temperatura. Esistono difficoltà nel valutare la reazione del sistema climatico a tale nuovo fattore forzante, ma indubbiamente, trattandosi di un insieme di interazioni di grande complessità che coinvolgono oceani, atmosfera, suolo, vegetali e uomo, ogni cambiamento rilevante delle condizioni fisiche può portare a uno spostamento dall?equilibrio e dunque a sorprese sgradevoli. Per dirla in maniera semplificata ma comprensibile: stiamo somministrando a un organismo un veleno di cui conosciamo bene il meccanismo d?azione su un singolo organo, senza però sapere bene quali saranno i sintomi che manifesterà l?intero organismo.

Vita: Viviamo un?estate bollente, ma veniamo da un inverno rigido. Non sono due fenomeni in contraddizione?
Mercalli: Nei mesi scorsi abbiamo vissuto temperature al di sotto della media con un inverno lungo e abbastanza severo, come non si vedeva da almeno una quindicina d?anni; se andiamo invece al polo Nord le anomalie sono state ben peggiori sul versante del caldo. Abbiamo avuto uno degli inverni più caldi in assoluto sull?Oceano Artico, con 1,2 milioni di kmq di banchisa polare che non si è formata, e alle Isole Svalbard si sono toccate anomalie eccezionali: i mesi di gennaio ed aprile hanno fatto registrare 12 gradi oltre la media. Quindi se uno apre lo sguardo a tutto il mondo, capisce cosa vuol dire variazione climatica, se uno guarda solo in casa propria, certe volte è portato a fare delle semplificazioni, stile ?chiacchiere del calcio? al bar.

Vita: Un drastico ridimensionamento dell?utilizzo di combustibili fossili potrebbe fermare il diffuso aumento delle temperature?
Mercalli: Le immissioni di gas serra in atmosfera, frutto di un paio di secoli di utilizzo di combustibili fossili, continueranno a perturbare l?equilibrio climatico per centinaia d?anni, anche se tutto il mondo bloccasse in questo istante ogni ulteriore emissione. Tuttavia oggi è essenziale non aumentare ulteriormente la forzatura. Il sistema climatico può reagire in modi diversi a seconda del carico inquinante: quello attuale causerà mutamenti probabilmente non troppo drastici e ai quali l?uomo potrebbe adattarsi, ma più si aumentano le emissioni, più aumenta la probabilità di cambiamenti climatici repentini e di magnitudo a cui la nostra società potrebbe difficilmente far fronte senza gravi conseguenze.

Vita: Perché la comunità scientifica è divisa?
Mercalli: In realtà non è così divisa come si vuol fare credere. Esistono correnti di pensiero diverse, assolutamente lecite e auspicabili nell?ambito del dibattito scientifico. Esistono dubbi sui risultati dei modelli di previsione a lungo termine, ma sul problema di fondo dell?aumento termico migliaia di ricercatori in tutto il mondo sono concordi nel rilevare segni di cambiamento significativi. I ?negazionisti? veri e propri si contano sulle dita di una mano e comunque non negano il fenomeno in atto, solo ritengono che la causa non sia legata alle attività umane ma sia solo naturale. Per questo non vogliono che siano presi provvedimenti che incidano sull?economia e sullo stile di vita delle persone.

Vita: Perché dovremmo essere spaventati dalla prospettiva di un cambiamento climatico? In fondo sappiamo che un tempo in Groenlandia crescevano le viti?
Mercalli: Le condizioni di un sistema dinamico quale è la terra sono in continuo mutamento e non sono mai riproducibili. Quindi è sbagliato utilizzare dati del passato come segnali assoluti per difendere una sorta di ?normalità rassicurante?. La fase di riscaldamento situata attorno all?anno Mille aveva cause naturali, probabilmente legate all?attività solare, mentre le variazioni attuali sono il frutto – almeno in parte – delle attività umane. In Groenlandia le viti non sono mai arrivate, diciamo che crescevano i cereali, ma si è trattato di una fase mite di breve durata, di cui noi oggi abbiamo flebili tracce indirette (allora non c?erano termometri). Ma il punto è che noi interpretiamo a posteriori quello che fu un picco termico isolato, non una tendenza. Oggi non è tanto importante disquisire sul presente – nel presente è vero, i valori termici sono nell?ordine di quell?optimum termico medievale o forse già superiori – ma rendersi conto che se siamo inseriti in una tendenza all?aumento, le temperature continueranno a salire nei prossimi decenni ben oltre i limiti ?rassicuranti? del déjà vu medievale. Inoltre oggi siamo in un certo senso più vulnerabili ai cambiamenti climatici rispetto al passato: la complessa società industriale ha assoluto bisogno di stabilità ambientale, i 6,5 miliardi di abitanti della Terra hanno bisogno di energia e cibo come mai prima d?ora. Si tratta di fatti assolutamente nuovi, per i quali ogni confronto con chi ci ha preceduto è improponibile. I cacciatori nomadi della preistoria erano pochi milioni sull?intero pianeta e si adattavano rapidamente ai cambiamenti climatici semplicemente spostandosi in zone più favorevoli. Oggi che tutta la terra brulica di umani, dove si andrebbe a cercare nuove risorse per vivere?

Vita: Come immagina il mondo tra cinquant?anni?
Mercalli: Mi faccio due scenari. Se in questi anni cruciali sapremo usare intelligenza e saggezza, vivremo in un mondo meno popolato ma dove si starà tutti meglio, con un uso dell?energia raffinato e razionale, senza sprechi, basato sul flusso energetico inesauribile proveniente dal sole. Un mondo dove sarà più importante l?essere piuttosto che l?avere, dove si prenderà dall?ambiente ciò che è necessario e non più ciò che è superfluo. Lo scenario due – per ora quello più probabile visti i comportamenti prevalenti dell?umanità – è che l?esaurimento del petrolio, unito ai cambiamenti climatici, alla diminuzione delle rese agricole e all?aumento della popolazione, causeranno una crisi di enormi proporzioni, dalla quale forse emergeranno piccole cellule di umanità residua con le ossa rotte. Un po? come nel telefilm I sopravvissuti.

Vita: L?eventuale accettazione del protocollo di Kyoto da parte di Usa e Cina migliorerebbe le prospettive future?
Mercalli: Probabilmente sul piano della fisica dell?atmosfera non ci sarebbero grandi effetti, si consuma e si inquina pur sempre troppo, con o senza Kyoto. Ma il senso dell?accordo internazionale è più che altro culturale: è un faticoso tentativo di cambiare rotta, di mutare la prospettiva dell?economia mondiale – oggi volta al paradigma della crescita infinita e della depredazione delle risorse naturali – verso una vera sostenibilità, e di farlo in modo graduale e guidato dall?uomo invece che dall?emergere dei limiti fisici. Questi ultimi, prima o poi avranno comunque la meglio e non chiederanno il nostro parere in merito: semplicemente agiranno, dalla sera alla mattina, senza concessioni.

Vita: Lo sviluppo tecnologico porrà un freno al cambiamento climatico?
Mercalli: Non si può e non si deve riporre nella tecnologia una fede cieca e infinita. Lo sviluppo tecnologico è insieme causa e soluzione dei nostri mali, dipende dall?uso che vorremo farne. Possiamo certamente far affidamento sulla tecnologia per estrarre energia dal sole e dal vento, per garantirci un accettabile e duraturo livello di benessere materiale, ma non potremmo pensare di ricorrere in perpetuo alla tecnologia per sanare tutti i guasti da essa prodotti. Il secondo principio della termodinamica è inflessibile e dice chiaramente che anche con tutto il denaro e la scienza possibili, non si può più recuperare una goccia d?inchiostro una volta che la si è dispersa nel mare.

Vita: Se le dicono che è una Cassandra, si offende?
Mercalli: Non mi offendo, anzi. Le voglio ricordare che Cassandra, pur non creduta, aveva ragione: il cavallo di Troia era truccato! E che se la storia deve servire a qualcosa, questo consiste nel non ripetere errori già fatti. Andare in giro a dire queste cose implica, in fondo, avere una visione ottimistica del futuro.

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