Cultura

I Gesuiti al G8: un missionario ucciso in Giamaica il loro modello

Lo spiega padre Giovanni La Manna, gesuita, uno dei promotori dell'iniziativa ecclesiale di preghiera e digiuno ''La Globalizzazione della Giustizia e della Solidarietà"

di Redazione

Sara’ un gesuita ucciso in Giamaica perche’ impegnato in un progetto di sviluppo, il modello a cui si richiameranno i missionari e le missionarie che prendranno parte al contro vertice del G8 di Genova. Lo spiega padre Giovanni La Manna, gesuita, uno dei promotori dell’iniziativa ecclesiale di preghiera e digiuno. ”La Globalizzazione della Giustizia e della Solidarieta’ i religiosi/e, i missionari/e, – afferma La Manna – la chiedono e la chiederanno manifestando con la preghiera ed il digiuno in occasione del G8 a Genova. Insieme al manifestare ed al farsi voce dei poveri, c’e’ un altro modo per dire ai grandi che questo mondo ha regole da riformare e per denunciare le ingiustizie, e’ un modo che si realizza nel quotidiano e non e’ limitato all’evento speciale G8. Questo modo e’ quello realizzato da p. Martin Royackers, che non e’ il primo a dare la vita per la gente e non sarà l’ultimo. Il sacrificio di p. Martin s’unira’ alla preghiera di quanti desiderano un mondo piu’ giusto e solidale, capace di mettere al centro la persona e non gli interessi economici”. Martin Royackers, gesuita canadese di 42 anni, impegnato in un progetto di sviluppo a favore dello sfruttamento di terreni di proprieta’ governativa non coltivati, per la produzione di cibo, e’ stato ucciso il 21 giugno. Domenica 17 giugno aveva tenuto la sua ultima omelia sulla violenza che squassa la Giamaica: 453 persone sono state uccise sull’isola dall’inizio dell’anno, fra cui 3 sacerdoti. ”Questo potrebbe succedere anche a me. – disse ai fedeli – In questo caso, voglio essere seppellito qui fra la mia gente”.


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