Famiglia

I genitori bocciano la tv

Secondo i dati elaborati dall'Osservatorio Tv del Moige nel mese di agosto Canale 5 è risultata la rete più “out”

di Redazione

 

A pochi giorni dall’inizio della quarta serie de ‘I Cesaronì, stanno già arrivando proteste per la fiction che anche nelle edizioni passate non era piaciuta alle famiglie a causa dell’estrema superficialità con cui sono sempre stati trattati argomenti seri come aborto, matrimonio, famiglia ed altre tematiche sociali. Lo riferisce il Movimento Italiano Genitori (Moige), aggiungendo che «secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Tv del Moige, le segnalazioni giunte nel mese di agosto 2010, attraverso il numero verde 800.93.70.70 e il sito www.genitori.it, Canale 5 è risultata la rete “out” del mese, cioè quella più contestata e meno gradita dai genitori per i propri figli minori».

Riguardo alla fiction de ‘I Cesaronì, il Moige sostiene, in una nota, che: «In base alle anticipazioni di questi giorni non ci si aspettano, purtroppo novità da questa serie che non rispecchia le famiglie e che di certo non è adatta al pubblico dei minori». Canale 5 non piace alle famiglie anche a causa di “Lol, il tempo dell’amore”, film che nonostante presentasse il bollino verde non era assolutamente adatto alla visione dei minori e molte sono state le segnalazioni arrivate all’Osservatorio Media del Moige in merito. Il film, infatti – sostiene il Moige – ha fatto emergere una visione fastidiosamente volgare del mondo giovanile, banalizzando problematiche che al contrario spesso sono fonte di sofferenza per gli stessi ragazzi e per i loro genitori. Il linguaggio volgare, i continui riferimenti al sesso e la leggerezza con cui si è trattato il tema droga, hanno completato un quadro poco piacevole per le famiglie. Bocciati anche il telefilm ‘90210’, sequel del più famoso Beverly Hills 90210, «poiché ha presentato situazioni affettive confuse e disorientanti per una fascia di età appena al principio dello sviluppo affettivo e che magari vive già nella propria famiglia situazioni dolorose di crisi» e lo spot Tim con protagonisti Belen, De Sica e un bambino milanese «che manca di rispetto alla divisa, è reticente sui propri dati anagrafici e non aiuta il vigile a compiere il suo dovere di protezione nei confronti del minore», denuncia il Movimento Genitori italiani.

Apprezzata invece la programmazione di Rai Tre dedicata ai Campionati Europei di Nuoto e, per quanto riguarda gli spot, «gradito quello di Pubblicità Progresso sull’epilessia che ha evidenziato come la semplicità dei giovani possa aiutare a superare con ottimismo gli ostacoli di una malattia che potrebbe invece emarginare».

 


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