Formazione

I Gas? A Bologna hanno un passo in più

L'associazione Isnet lancia il sistema «Spesa utile»

di Lorenzo Alvaro

Bologna va a tutto Gas. Nel capoluogo emiliano è attivo infatti il «Sistema spesa utile», una struttura organizzativa che prende spunto dai Gas, i Gruppi di acquisto solidale. «Un sistema con diversi attori che si muovono attorno a luoghi di aggregazione», spiega Laura Bongiovanni, presidente dell’Associazione Isnet, realtà che raccoglie 900 cooperative e mente del progetto. Il funzionamento è semplice: asili, parrocchie e scuole che decidono di partecipare vengono dotate di computer e del software per entrare nella rete. I clienti non fanno altro che preparare la propria lista della spesa e consegnarla nel centro più comodo. La lista viene informatizzata e consegnata a una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, che fa da intermediario tra l’acquirente e il produttore.
«Nel test che abbiamo fatto qui a Bologna ci siamo affidati alla cooperativa Cim», sottolinea Bongiovanni. I produttori, tutti locali, selezionati secondo un criterio di prossimità territoriale in modo che i prodotti siano a chilometri zero, consegnano la merce ordinata all’associazione non profit che si preoccupa di fare le “buste” e consegnarle ai centri di aggregazione dove il cliente potrà ritirarli. «Qualità e risparmio sono garantite grazie al fatto che ci riferiamo al tessuto produttivo territoriale. I prezzi sono inferiori o in linea con quelli della grande distribuzione con punti di eccellenza come il caffè (risparmio tra il 20 e il 25% ), gli ammorbidenti (tra il 15 e il 20%) e i biscotti (il 20%). 150 i prodotti in lista, che spaziano dall’alimentare alla cura della casa, fino all’igiene personale. «Manca solo il fresco perché le consegne avvengono, per ora, una sola volta a settimana», puntualizza Bongiovanni.
La fase sperimentale è durata un anno e oltre a rilevare le possibili criticità o falle del sistema ha permesso anche di eseguire una ricerca di mercato sui clienti. «Siamo partiti dai nostri 50 associati e abbiamo avuto modo di individuare i prodotti più apprezzati e utili», racconta Rita Ventola, presidente della Cooperativa sociale Cim, che si occupa di inserimento lavorativo di disabili.
L’ultimo anello della catena, ma forse il più importante sono le imprese locali. Dino Corsini, che produce il tradizionale tortino di Porretta, commenta: «Abbiamo aderito per allargare il nostro giro di clienti anche se in realtà per ora la consegna per solo 50 ordini non conviene. Sappiamo però che nei prossimi tre anni ci saranno 50 nuove cooperative per oltre tremila clienti tra Bologna, Milano e Roma. Già se arrivassero solo 500 i clienti in più sarebbe un successo».

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