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I furbetti del finanziamento ai partiti

Il ddl 1154 in corso di discussione alla Camera che dovrebbe abolire il finanziamento pubblico diretti nasconde qualche fastidiosa sorpresa. Se ne è accorto il nostro esperto Carlo Mazzini

di Redazione

Occhio al ddl 1154 ("“Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore”.), in questo momento all'esame della Camera dei deputati. Il suggerimento arriva dal nostro esperto Carlo Mazzini che nel suo blog segnala 4 novità che potrebbero essere presto legge. Con una premessa: questo provvedimento va a riformare dopo appena un anno la riforma del finanziamento pubblico dei partiti (l 96/12).

Segnala Mazzini:

– il due per mille: a guardare bene i partiti politici si sono assicurati il 2 per mille 2014 (dato che scrivono “A decorrere dall’anno finanziario 2014, con riferimento alle dichiarazioni dei redditi relative al precedente periodo d’imposta …”), mentre non si sa nulla del nostro 5 per mille 2014! Ad oggi non abbiamo il 5 per mille 2014 e aspettiamo con ansia che lo inseriscano nella legge di stabilità le prossime settimane. Noi rimaniamo nel dubbio, loro si cullano nella certezza. Il due per mille avrà un funzionamento sulla carta identico al 5 per mille, e quindi chi non firma non dà il proprio contributo ai partiti.

– Detraibilità delle donazioni ai partiti: viene aumentata al 52% fino a 5.000 euro e al 26% da 5.001 fino a 20.000. L’anno scorso avevano avuto il pudore di aumentare la percentuale di detraibilità anche alle Onlus (non il tetto di erogazione). Quest’anno “pudore” resta una buona parola per Ruzzle.

– Detraibilità delle quote sociali: perché mai lo Stato italiano, il Legislatore, consente grazie a questo ddl la detraibilità anche delle quote sociali versate ai partiti politici e non quelle versate ad esempio a chi si associa ad un ente che combatte una malattia, o che lotta per l’ambiente, ecc? A parte il fatto che il legislatore – nel senso dei partiti – sono beneficiari di queste quote, intendo.

– Riduzione dei costi di transazione con carta di credito / debito: dato che le quote sociali e le donazioni saranno detraibili solo se versate attraverso un canale bancario / postale, hanno pensato di mettere un tetto alle commissioni che possono essere chieste per il transato attraverso le carte di credito / debito, tetto fissato al massimo allo 0,15%. La UE quest’estate ha proposto una sforbiciata allo 0,2 / 0,3 % per tutto il transato: ora in certi casi il negoziante o il detentore del POS paga fino allo 1,5%. Dato che il POS in questo caso l’avrebbero i partiti (e loro dovrebbero pagare la commissione) si autosforbiciano i costi al di sotto della riduzione ipotizzata dall’UE. Segnalo che questa ulteriore agevolazione è stata proposta da quattro deputati di SEL, tali Pilozzi, Boccadutri, Migliore, Kronbichle; quando si dice la trasversalità!
 

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