Welfare
I fondi post indulto? Sono rimasti sulla carta
A quattro mesi dal provvedimento il bilancio è sconfortante. Dai ministeri interessati ammettono: «Siamo sconsolati, è la burocrazia»
Non un euro dei quasi 19 milioni previsti dal governo per ?riaccompagnare? gli indultati nella società è arrivato a destinazione. Un rotondo zero, che pesa sull?efficacia del provvedimento, quattro mesi dopo la sua messa in opera. Tolti alcune centinaia di ex detenuti aiutati da fondi regionali, la maggior parte dei quasi 18mila beneficiari dell?indulto ha dovuto arrangiarsi. Ecco la situazione.
Giustizia. «Quello dei fondi è un tasto dolente», ammette a Vita Luigi Manconi, sottosegretario del ministero della Giustizia con delega all?amministrazione penitenziaria. Il ministro Mastella aveva detto che, nella Cassa della ammende, erano pronti tre milioni di euro per i progetti di reinserimento gestiti dai Provveditorati. Al primo bando, con scadenza fine agosto, ne è seguito un secondo, causa irregolarità in alcune domande presentate. «Finora sono stati assegnati due milioni 200mila euro, vale a dire il 75% dei fondi», continua Manconi, cosciente che ?assegnati? è ben diverso da ?consegnati?. Quando finirà l?attesa? «Non so dire i tempi esatti», aggiunge il sottosegretario.
Lavoro. Da un dicastero all?altro, la situazione non cambia. Sulla carta, i fondi stanziati dal ministero del Lavoro fanno la parte del leone: 12 milioni e 900mila euro, divisi in due tranche: 11 milioni 400mila euro per borse lavoro da destinare a 2mila indultati (450 euro mensili a testa, per sei mesi), che si inseriranno in aziende o cooperative sociali; un milione 500mila euro per l?occupazione di 300 giovani beneficiari meridionali attraverso il progetto già avviato Lavoro e sviluppo. Però ad oggi, 21 novembre, giorno in cui il settimanale va in stampa, nessun centesimo del fondo è operativo. Il mea culpa è affidato a Lea Battistoni, direttrice generale per il Mercato del lavoro del ministero del Welfare: «Mi rendo conto della situazione», dice la Battistoni, «ma la macchina gestionale, per essere perfetta una volta avviata, ha bisogno di tempo». Quanto? «Per le borse lavoro speriamo di fare i contratti entro dicembre, da quel momento i fondi saranno esigibili», continua la direttrice. Più rapidi i tempi per Lavoro e sviluppo: «Contiamo di inserire i primi cento giovani nelle aziende entro fine novembre», conclude.
Solidarietà Sociale. Alla cifra totale di 18milioni 900mila euro si arriva sommando a quelli dei due ministeri precedenti, i tre milioni di euro del ministero della Solidarietà sociale. Il 13 novembre è uscito il bando per gli enti pubblici che realizzino progetti a favore di indultati con dipendenza da droghe o alcol. «L?obiettivo è dare loro accoglienza», dice Francesco Piobbichi, consulente del ministro Ferrero. Il bando scade il 2 dicembre, poi la selezione. Con l?anno nuovo l?avvio dei progetti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.