Welfare

I fiori e i gioielli che nascono dagli scarti

Lampade, calamite e oggetti che abbelliscono le case sono il frutto di un laboratorio che ha coinvolto un gruppo di ragazzi facenti capo al Centro Diurno Polifunzionale annesso all’USSM di Palermo, coordinato da Adriana Ragusa. A guidarli in un percorso che ha lavorato sul tema dello scarto, inteso come concetto simbolico contro il quale opporre pratiche virtuose, l'eco artigiana Romina Scamardi

di Gilda Sciortino

Valorizzare gli scarti, facendo in modo che possano diventare valore aggiunto per la vita di chi è stato sempre considerato egli stesso “scarto”, residuale per la società. Un percorso di buone pratiche, quello che ha coinvolto cinque ragazzi ancora nel circuito penale, ma con misure alternative rispetto a quelle detentive, facenti capo al Centro Diurno Polifunzionale annesso all’USSM di Palermo, dando loro modo di scoprire il mondo del riuso.

Riciclo e lavoro” il titolo del laboratorio creativo che per tre mesi ha dato modo al piccolo gruppo di giovani di creare oggetti guidati da Romina Scamardi, eco artigiana, nell’ambito dei progetti trattamentali programmati dal Cdp. Una passione, la sua, che ha trasmesso agli artisti in erba, dando loro l’opportunità di fare emergere la parte creativa della loro personalità grazie a un’infusione di fiducia e di entusiasmo che porta anche all’interno dell’Istituto Penale Minorile “Malaspina” ai ragazzi la cui pena la scontano tra le mura del carcere.

«Non credevo di potere creare nulla – dice Franco –, invece non ci è voluto molto. In tre mesi abbiamo imparato tanto. Non so se utilizzerò quel che ho appreso nella vita di tutti i giorni perché al momento frequento il Nautico e vorrei fare il macchinista, ma avere partecipato a questo laboratorio mi ha regalato tanta leggerezza».

«È stato, molto rilassante – aggiunge Roberto – e ci ha fatto capire il valore della pazienza. Ho voglia di dedicarmi alla mia passione, le moto, facendola diventare un lavoro, ma vedere quel che abbiamo creato mi rende molto orgoglioso».

«L’idea di partenza era quella di insegnare ai ragazzi come dare nuova vita alle bottiglie di plastica, ma anche a molti altri materiali – spiega Adriana Ragusa, coordinatore del Centro Diurno Polifunzionale annesso all’USSM –. Chi lo sa, potrebbe diventare anche un’opportunità lavorativa. Abbiamo lavorato sul tema dello scarto, parola simbolica che ovviamente non riguarda solo le cose, facendo capire ai nostri ragazzi che può diventare valore sotto tanti punti di vista. I nostri sono ragazzi messi alla prova o in comunità perchè autori di reati. Vengono la mattina e poi tornano nelle rispettive destinazioni. Partecipare a questo genere di attività diventa per loro occasione di riscatto».

Tra fiori, maioliche, lampade un po’ vintage ma soprattutto piene di colore, quadri con disegni liberty e un po’ retro, ecco emergere la forza di una squadra tutta al femminile che, con l’energia che mette in ogni progetto, fa la differenza. Ecco, dunque, Roberta Raja, assistente area pedagogica, insieme a Maria Caterina Bonfiglio e Francesca Ammirata, funzionari di Servizio Sociale rispettivamente del CDP e dell’USSM.

«È stato entusiasmante guidare i ragazzi in questo percorso creativo – commenta Romina Scamardi – anche perché hanno colto subito il senso di questo lavoro. Io amo lavorare in contesti come questo. Non a caso da tre anni porto il tema del riciclo dentro l’Istituto penale minorile “Malaspina”. Qualcuno può anche non crederci, ma sono io a imparare da loro e non viceversa. Ognuno di loro ha colto al volo le nostre proposte, facendole proprie e mettendosi alla prova. Un’occasione per sperimentare un percorso che, attraverso l’arte, fa emergere e scoprire dei veri tesori».

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