Welfare

I film senza frontiere invadono l’Europa

Sei pellicole proiettate in contemporanea in sei città europee, tra cui (non a caso) la Vienna di Haider e per l’Italia Milano.

di Antonio Autieri

Sicuramente il caso Austria ha influito, quanto meno sul fatto di includere tra le sedi di questa rassegna particolare anche Vienna, a conferma di una preoccupazione che gli organizzatori nutrivano su un periodo definito di ?costante pericolo? a causa dell?intolleranza, della xenofobia, del razzismo. Ma la genesi di Europa Europa, festival europeo per i diritti dell?uomo, risale giusto a un anno fa. Nel marzo del 1999, appunto, da un incontro tra il regista Bernardo Bertolucci, il distributore francese Jean Labadie (presidente della casa Bac Films) e Fode Cylla, deputato europeo e presidente dell?organizzazione Sos Racisme. In novembre, dopo che per mesi i tre non avevano avuto tempo e modo di precisare l?iniziativa, fu proprio Cylla a tornare alla carica: e così il 21 e 22 marzo si terrà, in sei città europee contemporaneamente, la prima edizione di questo speciale festival di cinema. E speciali sono i nomi coinvolti, a partire dai fondatori: oltre a Bertolucci, i registi-padrini sono lo spagnolo Bigas Luna, il britannico Ken Loach, la tedesca Doris Dorrie, il francese Bertrand Tavernier e l?austriaco Michael Haneke, che, aggiuntosi all?ultimo, ha ringraziato gli organizzatori per una scelta che è «motivo di conforto per tutti coloro che non vogliono accettare che xenofobia e intolleranza possano essere iscritte nel programma di un partito politico alla guida del paese». A ciascuno dei sei cineasti è abbinata la rispettiva nazione e una città in cui si svolgono le proiezioni dei sei film selezionati: per l?Austria Vienna, per la Germania Francoforte , per la Gran Bretagna Brixton, per la Spagna Barcellona, per l?Italia Milano (al cinema Ducale), e per la Francia Lilla. In ogni città sono previste proiezioni in simultanea dello stesso programma di sei pellicole: al termine di ognuna vi sarà un dibattito a distanza tramite un collegamento satellite video, che collegherà ogni città alle altre. Si comincia dappertutto (e quindi anche a Milano) martedì 21 alle 10 (orario pensato per i ragazzi) con ?Kirikù e la strega Karabà?; seguirà alle 15 ?My Beautiful Laundrette?, film del 1986 che racconta la difficile integrazione dei pakistani a Londra; si conclude la giornata alle 20.30 con ?La promesse?, bel film belga dei fratelli Dardenne (quelli che hanno vinto a Cannes con Rosetta) che parla di sfruttamento sul lavoro ai danni di extracomunitari senza difese né diritti. La seconda giornata, con gli stessi orari, vedrà nell?ordine ?La gabbianella e il gatto? e i francesi ?Vivre au paradis? dell?algerino Bourlem Guerdjou (sull?integrazione dei propri connazionali in Francia) e ?La bas mon pays?, di Alexandre Arcady (anche lui nato in Algeria). Il cinema come arma di dialogo e tolleranza, insomma: film, ma anche dibattiti e incontri via satellite in tempo reale. E un domani (vicino), la creazione di siti Internet per intrattenere rapporti permanenti tra persone e organizzazioni coinvolte sui temi dell?uguaglianza: tra le questioni a cuore di SOS Racisme, per esempio, il diritto di voto agli immigrati e la legalizzazione dei senza-documenti, i sans papier. Per SOS Racisme, federazione internazionale presente in oltre 50 paesi, si tratta di una grande occasione: «Credo che stia già funzionando», afferma Fode Cylla, «considerando i nomi dei registi che hanno aderito. La mobilitazione di tutti i militanti antirazzisti per me è un segno che non ci stiamo sbagliando». Labadie, dal canto suo, spera che il 21 marzo diventi la festa permanente della tolleranza, mentre Bernardo Bertolucci ritiene che «la sfida di questa iniziativa dovrebbe essere non solo la mobilitazione di tutti coloro già profondamente impegnati nella lotta contro il razzismo, ma soprattutto il tentativo di mostrare ai più dubbiosi il fascino e la ricchezza di una convivenza multiculturale».


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