Famiglia

I fagiolini del mistero

di Paola Strocchio

Le preferenze culinarie dell’ADMC (l’adolescente del mio cuore, sempre lui) restano un grande mistero dell’universo. Non so se la scienza riuscirà mai a dare una risposta a tutti i miei punti interrogativi, ma io non perdo la speranza. Voglio dire, siamo vicini ad andare su Marte, vuoi dire che nessuno saprà mai spiegarmi perché a mio figlio fino a ieri piacevano i fagiolini lessi freddi, conditi con olio, sale e aceto, mentre adesso gli stessi identici fagiolini “fanno davvero schifo, mamma”?

Com’è possibile che ieri sera sia andato a dormire con i fagiolini inseriti nel cassetto delle cose che gli piacciono e che questa mattina si sia svegliato con i fagiolini nel cassetto delle cose repellenti?

Voglio dire, non può essere colpa degli ormoni, suvvia.

Sono andata anche a controllare nella credenza: l’aceto è lo stesso usato ieri. Pure il sale è lo stesso, comprato al discount, ma non credo che abbia effetti allucinogeni. L’olio è quello della Puglia. Quello buono, insomma, che mi costa che manco lo distribuisse Tiffany.

E i fagiolini sono gli stessi di ieri.

Cioè, non proprio gli stessi, perché quelli li ha mangiati e sono entrati nel suo ciclo digestivo, ma sono comunque i fagiolini che ho comprato qualche giorno fa.

E più o meno è andata così:

Mamma: “Non hai fame?”

Figlio: “No, no, ho fame”.

Mamma: “E allora perché non mangi i fagiolini?”

Figlio: “Perché non mi piacciono, i fagiolini”

Mamma: “Ma li hai mangiati fino a ieri!”

Figlio: “I gusti cambiano, quando uno cresce. Quando ero piccolo mangiavo anche i cetrioli, e ora non li mangio più”.

Mamma: “Ok, ma non puoi cambiare gusti da un giorno all’altro!”

Figlio: “Certo che posso”.

E così ho incassato pure questa. Una manciata d’ore più tardi, quando ho telefonato ai miei genitori mentre passeggiavo con i miei cani, mi sono sfogata con mia madre. La nonna dell’ADMC, per spiegarmi meglio.

Mi aspettavo un po’ di solidarietà, ecco. Perché la nonna, cioè mia mamma, ha dovuto fare i conti con la mia, di adolescenza, e la sua memoria funziona ancora perfettamente, così come la sua testolina (mica per niente le affido ogni anno la mia dichiarazione dei redditi, perché è precisa che manco un orologio svizzero). E invece mai una gioia nemmeno da lei.

Nonna: “Ah, non li mangia più, i fagiolini? Eh, capita che si cambino gusti a tavola. Meglio così. Una volta ho litigato con papà perché voleva mangiare soltanto la pastina a forma di stelline e io invece avevo comprato i bunbunin. Tanto ha grandinato tanto la scorsa settimana, e le piante di fagiolini sono tutte rovinate. Non credo che si riprenderanno. Meno male che si sono salvati i pomodorini piccoli!”.

Giusto, i pomodorini piccoli. Quelli che l’ADMC pretendeva di mangiare almeno una volta al giorno, suscitando gioia e commozione anche tra le sue insegnanti delle elementari, che lo portavano sempre ad esempio come emblema di alimentazione salutare ed equilibrata.

Chi glielo dice a mia madre che ora i pomodorini piccolini non li mangia più e vuole solo i “cuore di bue”?

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