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I due furgoni con 1260 uova di Pasqua da consegnare ai bisognosi
A riceverli a Catania da parte dell’Airc è stato Giuseppe Messina, presidente dell’associazione Insieme. Li smisterà tra Croce Rossa, Comunità di Sant’Egidio, organizzazioni cattoliche e laiche impegnate in strada per aiutare i più bisognosi. A Catania nasce anche una struttura dove i senzatetto oltre a usufruire dei servizi igienici e le docce, ricevono kit igienici e vestiti nuovi
Ricevere e donare al tempo del Coronavirus. Da quando è iniziata la pandemia Giuseppe Messina, 50 anni, presidente dell’associazione Insieme dove da trent’anni accoglie nella sua casa famiglia alle pendici dell’Etna senzatetto, migranti e persone bisognose di ogni tipo, ha capito subito che lui a casa non poteva restarci. Perché doveva andare da chi una casa non l’ha mai avuta.
La sua vita oggi è più che mai in strada con il suo furgone sempre pieno di generi alimentari. E siccome in vista della Pasqua un furgone non bastava si è fatto aiutare dal suo amico Salvo che ha un altro mezzo simile. Nei due furgoni ci sono adesso 1260 uova di Pasqua ben confezionate che l’Airc (la fondazione italiana per la ricerca su cancro) ha donato a Giuseppe Messina per distribuirle ai più bisognosi a Catania .
«Adesso provvederemo per la consegna smistandole tra Croce Rossa, Comunità di Sant’Egidio, suore di Madre Teresa di Calcutta, suore Ancillae Domini di Nicolosi e alle tre sorelle minori del Cuore Immacolato di Caltagirone», spiega Giuseppe mentre si trova davanti al centro fieristico delle Ciminiere di Catania.
Qui infatti, insieme ad altre organizzazioni del terzo settore del territorio, dopo essersi messo in contatto con la Prefettura e il Comune di Catania è nata per i senzatetto quella che è molto più di una semplice casa in tempo di pandemia. Un’intera area è stata destinata proprio a chi una casa non ce l’ha con la possibilità di utilizzare servizi igienici, docce. «Ognuno di loro riceve una volta al giorno un kit di prodotti igienizzati e vestiti nuovi», spiega Giuseppe.
Ad affiancarlo sono volontari che a sua volta sono stati accolti nella sua casa famiglia. «Ogni giorno ricevo e dono. A telefonarmi sono associazioni, carabinieri, protezione civile: nei vari generi alimentari che abbiamo distribuito in questi giorni c’erano anche 7600 carciofi di qualità romana che erano stati sequestrati. La gente non ne può più di carciofi».
In via della Concordia, una delle zone più povere del tessuto sociale catanese, Giuseppe, con il suo furgone era andato a portare buste piene di cibo a una famiglia dove entrambi i genitori sono al momento senza lavoro e con un figlio affetto da una malattia rara. «Sono stato circondato da tanta gente che ha bisogno di aiuto, ho detto ora sono qui per questa famiglia, ma mi sono segnato tutti i loro indirizzi per poter portare ciò che ricevo anche a loro».
Il furgone di Giuseppe Messina – in cui sopra il cambio pendono un numero sterminato di rosari «uno per ogni persona che sono riuscito ad aiutare» – , deve al più presto essere sgomberato per fare spazio ad altri beni di prima necessità da consegnare ai più bisognosi. La prossima missione prevede di smistare uova di pasqua.
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