Secondo Legambiente, «per evitare conseguenze irreversibili sul pianeta la temperatura globale, già oggi aumentata di 0,7 °C rispetto ai livelli pre industriali, non dovrà salire oltre gli 1,5°C-2°C».
«Un limite», spiega Legambiente, «che sarà possibile evitare solo se le emissioni di gas serra a livello globale raggiungono il loro picco di crescita entro il 2015 per poi iniziare una rapida decrescita. Negli ultimi 400 mila anni, fino alla rivoluzione industriale, la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera era rimasta tra le 210 e le 290 parti per milione (ppm). Oggi, dopo l’autentica impennata degli ultimi 50 anni, siamo arrivati a oltre 385 ppm, mentre il livello di sicurezza per il pianeta è un calo fino ad almeno 350 ppm».
Aggiunge Legambiente: «Membro del G8, l’Italia fa parte del gruppo dei paesi industrializzati con maggiori responsabilità sull’effetto serra. Nonostante questo il nostro paese continua ad essere in clamoroso ritardo rispetto agli obblighi sanciti con il Protocollo di Kyoto. Dal 1990 ad oggi le emissioni di gas serra del nostro paese sono aumentate del 7,1%, mentre, secondo il protocollo di Kyoto, avrebbero dovuto essere tagliate del 6,5%».
«Come se non bastasse», sottolinea Legambiente,«il nostro Paese è uno dei pochi al mondo dove le tesi negazioniste sul clima trovano ancora seguito ed ottengono addirittura riconoscimenti istituzionali. E’ quanto accaduto lo scorso 18 marzo con l’adozione da parte della maggioranza di governo in Senato di una clamorosa mozione in cui si mette in dubbio l’esistenza stessa del fenomeno dei cambiamenti climatici».
Siti internet
I dossier di Legambiente
Copenaghen ultima chiamata per il clima (novembre 2009)
La situazione globale alla vigilia della conferenza di Copenaghen: tabelle grafici e scenari sul livello dei gas serra. Il clamoroso ritardo dell’Italia e i motivi degli sforamenti rispetto ai limiti previsti dal Protocollo di Kyoto. Gli scenari possibili per un’Italia all’avanguardia sul fronte delle rinnovabili e dell’efficienza energetica.
Stop al carbone (febbraio 2009)
Il carbone è la fonte in assoluto più dannosa per il clima. Ciò nonostante governo e società elettriche continuano a puntare su un aumento delle centrali, con decisioni che rischiano di trascinare l’Italia ancora più indietro nell’attuazione del protocollo di Kyoto e nella promozione di un modello economico innovativo.
Italia: uno scenario low carbon 2020 (maggio 2009 Ambiente Italia)
Fattori climatici, debolezza economica (e dal 2008 recessione), primi possibili effetti di politiche di efficienza hanno determinato un rallentamento e una prima inversione della crescita dei consumi energetici.
Contro la crisi: per combattere la recessione creare lavoro vincere la sfida climatica (Febbraio 2009 Legambiente-Cgil)Obiettivo di questo documento non è quello di indicare proposte salvifiche, di cui
oggi nessuno dispone, ma di avanzare proposte che siano immediatamente praticabili per combattere la recessione. Su queste vogliamo aprire un confronto con le forze sociali e politiche.
I sussidi che fanno male al pianeta (2008)
Sette esempi per capire perchè i finanziamenti pubblici a fossili e nucleare danneggiano il clima e condannano il sud del mondo.
12 mesi per salvare il Pianeta (novembre 2008)
Il 2009 è un anno cruciale per il Pianeta. Si capirà se i Governi hanno finalmente intenzione di fissare un agenda di interventi per reagire alla crisi generata dai cambiamenti climatici.
Tutte le bugie del governo sul clima (ottobre 2008)
L’Italia continua a chiedere sconti e flessibilità sugli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici. Una politica miope che sta condannando il Paese ad un ruolo marginale nel processo di innovazione energetica promosso dall’Unione Europea.
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