Formazione

I disabili e le paritarie, ecco dove sta il problema

una polemica

di Redazione

Ma per i disabili c’è posto nelle scuole paritarie? La legge sulla parità del 2000 prevede che le scuole che ottengono il sì del ministero debbano accogliere tutti, disabili compresi. Un’inchiesta realizzata dall’agenzia Dire a fine febbraio rivelava che in realtà gran parte degli istituti tendono a dirottare sulle statali i genitori che si presentano per iscrivere un figlio disabile.
«Le difficoltà indubbiamente esistono», ha replicato Ilsussidiario.net, «le scuole paritarie non hanno a disposizione gratuitamente – pur facendo parte per legge del medesimo sistema nazionale integrato di istruzione – i docenti di sostegno. Il costo dell’insegnante ricade interamente sull’ente gestore e talvolta, in parte, sulla famiglia». Soluzioni? «Diamo alla famiglia la possibilità di detrarsi i costi, almeno in misura rilevante. È così difficile?».
C’è poi da aggiungere che i casi citati dall’agenzia Dire riguardano scuole di élite. Nelle scuole paritarie nate da iniziative di famiglie, l’impegno per accogliere gli allievi disabili è massimo. Emblematico il caso dell’Istituto Spallanzani, di Sant’Antonino di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia. Spiega il preside Giuliano Romoli: «Su 156 alunni iscritti, vengono seguiti 8 alunni certificati (di cui 2 gravissimi) e altri 29 con Dsa impiegando 11 insegnanti tra sostegno e recupero. I nostri alunni non pagano alcuna retta aggiuntiva per il sostegno. Vengono utilizzati, a questo scopo, i fondi statali previsti per la scuola elementare e i contributi di Comuni particolarmente sensibili al problema della disabilità».


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