Una campagna di raccolta fondi attraverso l’sms solidale, il classico 455o2, è attiva in questi giorni, dal 24 al 30 marzo: 2 euro non per mettere su mattoni, o sostenere comunque una causa materiale, come avviene quasi sempre. Ma per difendere i diritti delle persone con disabilità. Il coraggio ce lo ha messo la Fish, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Tutte le informazioni, anche sulle possibilità di donazione, si trovano nel bel sito www.personenonpesi.it . Certo, ne parlo bene perché conosco Fish sin dal suo primo giorno di vita, e ne faccio parte, come presidente di Ledha, la rete delle associazioni lombarde. Ma spendo questo appello a tutti coloro che lo leggeranno e, spero, lo diffonderanno, perché considero questa campagna a colpi di sms solidale quasi come un referendum popolare in favore di una seria e rinnovata attenzione alla realtà delle famiglie e delle persone con disabilità.
Mai come adesso c’è bisogno di attenzione, di consapevolezza, di informazioni oneste e complete, sulle leggi, sui servizi, sulle opportunità di emancipazione e di vita indipendente delle persone con disabilità. Informazioni aggiornate utilizzando gli strumenti nuovi della comunicazione interattiva, sul web, sullo smartphone, al telefono. Mai come adesso le parole sono pietre, sono mattoni sui quali costruire un edificio solido e non perennemente esposto alle raffiche di vento, come purtroppo accade spesso.
Ho constatato con piacere la pronta presa di posizione del presidente del Consiglio Matteo Renzi, a proposito della sventurata ipotesi di spending review (ma perché non li chiamiamo tagli?) legata allo smantellamento dell’indennità di accompagnamento. Mi ha piacevolmente sorpreso il curioso (anche questo è un segno dei tempi) apprezzamento di Graziano Del Rio, che ha inserito fra i tweet “preferiti” il mio appello a non fidarsi di dossier non veritieri (diciamo così) su questa delicata materia, che ha visto invece proprio la Fish realizzare documentate e rigorose analisi sulle cifre reali della spesa sociale con particolare attenzione alle reali condizioni delle famiglie (“Raccontiamola giusta”).
E infatti ancora una volta – almeno lo speriamo – è stata scongiurata, proprio grazie alla rete, alla credibilità, all’autorevolezza non settaria e non corporativa delle associazioni delle persone con disabilità, una manovra pericolosissima e destabilizzante persino della serenità delle persone coinvolte. Ma proprio per questo c’è bisogno adesso di testimoniare attivamente e concretamente da che parte si sta. Un sms, due euro di generosità, sono un contributo civile e dignitoso a un progetto che ha bisogno, per vedere la luce, di risorse non indifferenti, tenuto conto che la rete della Fish non gode di finanziamenti pubblici per legge, come avviene invece storicamente per alcune associazioni di tutela. In questa settimana molti programmi radiofonici e televisivi daranno voce ai protagonisti di questa battaglia.
Mi piace lo slogan “Siamo persone, non pesi”. Da troppo tempo la disabilità è considerata, a torto, solo un peso, un carico economico e sociale, un problema, e quasi mai una risorsa, umana, culturale, ma persino economica (come del resto testimonia la realtà dei servizi nel mondo della cooperazione sociale e non solo). La sfida è difficile e complessa: nel marketing delle raccolte fondi, si sa, le campagne efficaci sono quelle che puntano sulla pietà e sul dolore. Una volta tanto proviamo a cambiare rotta e messaggio. Puntiamo, egoisticamente, sui diritti di tutti. Doniamo due euro a testa alta. Con dignità.
Nessuno ti regala niente, noi sì
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