Famiglia
I dialoghi di Vita e Telefono Azzurro per una ripartenza nel segno dei bambini e adolescenti
Alla vigilia della riapertura della scuola, giovedì 10 settembre alle 18, inizia la seconda serie dei Dialoghi “Ripartiamo da bambini e adolescenti”, quattro appuntamenti per scongiurare che i discorsi di queste settimane sulla ripresa, restino incentrati esclusivamente sui bisogni di sicurezza e sui rischi dello stare insieme (solo a scuola, però).
di Redazione
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È impressionante lo Studio Ilo che pur essendo su scala globale (12mila risposte da 112 Paesi) rieccheggia quanto successo anche da noi, parlando di: “effetto devastante”. Il 65% dei giovani dichiara di aver imparato meno a causa del passaggio alla formazione online e a distanza; il 38% è incerto sulle proprie prospettive di carriera futura. Il rapporto chiede “risposte politiche urgenti, per proteggere un'intera generazione. “La pandemia sta infliggendo molteplici shock ai giovani. Non sta solo distruggendo i loro posti di lavoro e le loro prospettive occupazionali, ma anche interrompendo la loro istruzione e formazione e avendo un grave impatto sul loro benessere mentale. Non possiamo lasciare che ciò accada”, ha detto il Direttore Generale dell'Ilo Guy Ryder.
Considerate le paure e le incertezze di quadro che caratterizzano la ripresa della scuola di ogni ordine e grado che interessano 9,8 milioni di giovani che hanno interrotto le normali attività scolastiche, Telefono Azzurro e Vita decidono di riprendere i Dialoghi, condotti da Riccardo Bonacina ed Ernesto Caffo, che tanto successo hanno avuto da fine maggio a fine luglio scorsi con lo scopo di accompagnare l’auspicabile ripresa delle attività formative e di istruzione e di influenzare i processi decisionali su tale tema. Non ultimo e l’intento di fare rete associazionistica su questi temi.
Sedie e banchi con le rotelle, scuole nei container, nei musei, nella aule del catechismo, in giardino, in palestra, quel che è certo è che per affrontare la grave crisi in atto c’è bisogno di più cultura, più istruzione, più educazione. Per questo vanno rilanciati con convinzione i patti educativi in grado tenere aperte le scuole tutto il giorno, a partire dai territori dove è più grave e diffusa la povertà educativa, per risarcire, con tutti gli strumenti possibili e attraverso scelte coraggiose e sperimentazioni didattiche, bambine e bambini, ragazze e ragazzi del tempo scuola perduto. Di questo di discuterà nei quattro appuntamenti cercando di scongiurare che i discorsi di queste settimane sulla ripresa, restino incentrati esclusivamente sui bisogni di sicurezza e sui rischi dello stare insieme (solo a scuola, però).
Apriamo, insieme, le finestre e il cervello
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