Famiglia

I dati choc dell’Oms sui Paesi ex comunisti. A Est la vita è in fuga

Parla il direttore del nuovo ufficio che l’organizzazione mondiale della sanità ha aperto a Venezia. Per monitorare la salute in Europa" (di Barbara Pianca).

di Redazione

Da qualche mese l?Organizzazione Mondiale della Sanità misura il polso della salute nel mondo anche da Venezia. Poco distante dal ponte di Rialto, sotto la direzione di Erio Ziglio, è stato aperto il nuovo ufficio dell?Oms «per gli investimenti per la salute e lo sviluppo in Europa». Ziglio è italiano, ma dopo essersi laureato in sociologia all?università di Trento ha vissuto quasi sempre all?estero. è molto conosciuto nell?ambiente accademico: è professore onorario alla Yale University, ricercatore onorario e docente all?Università di Edimburgo; ha insegnato anche alle Università di Toronto, Carlon e Wisconsin. Lavora dal 1992 a Copenhagen per l?ufficio europeo dell?Organizzazione Mondiale della Sanità dov?è responsabile del Programma di Promozione della Salute e Investimento. E che cosa farà ora a Venezia? Misurerà il polso al vecchio continente. Perché anche in Europa la salute non è un bene per tutti: un 18 % della popolazione vive in situazione di fragilità sociale. E i dati sono stati puntualmente confermati dalla realtà: migliaia di anziani poveri e soli hanno pagato con la vita il caldo dell?estate 2003. Ma la situazione più drammatica è quella che riguarda l?Est europeo, dove, avverte Ziglio, ci sono quasi 100milioni di persone che vivono con due dollari al giorno. Vita: Dottor Ziglio, l?apertura di questo nuovo ufficio deve farci pensare che in Europa non si sta poi così bene? Ziglio: In effetti, si è acutizzata tra i paesi europei la differenza nello stato di salute (misurato ad esempio in termini di speranza di vita alla nascita). Dal punto di vista degli indicatori di salute generali, la situazione è andata peggiorando ed oggi il continente europeo è più disomogeneo che negli Anni ?70. Tra i Paesi della Comunità Europea e quelli del centro Europa c?è una differenza di circa 5 anni di speranza di vita alla nascita e addirittura di 14 tra la situazione migliore e quella peggiore del continente. All?Est il crollo delle infrastrutture sociali, economiche e sanitarie ha provocato, con picchi a metà degli Anni ?90, una forte caduta degli indicatori di salute: l?Ucraina negli ultimi 12 anni ha perso più di quattro anni di speranza di vita, la Russia sei anni. In Occidente invece mediamente gli indicatori sono abbastanza buoni ma grandi disuguaglianze emergono all?interno di aree ristrette. A Glasgow c?è una differenza di speranza di vita di dieci anni tra due distretti distanti un miglio l?uno dall?altro. E probabilmente, se noi facessimo queste analisi anche in alcune grandi città italiane, il risultato sarebbe simile. Vita: Come si può modificare lo stato di salute in Europa? Ziglio: Lo stato di salute dipende da variabili genetiche, ambientali, sociali ed economiche. Oggi si stanno investendo miliardi di dollari sulla ricerca genetica, i cui risultati porteranno a una maggior precisione nella diagnosi di specifiche malattie e a terapie più individualizzate, ma di per sé questi investimenti non creeranno migliori condizioni di salute. L?intervento sull?ambiente invece serve proprio a questo scopo, e devo dire che i movimenti ambientalisti hanno svolto un ruolo importante in proposito. Oggi in Europa quasi tutti gli Stati sono dotati di un ministero dell?Ambiente e molti si sono vincolati a rispettare convenzioni internazionali sugli equilibri dell?ecosistema. Un grande problema nel nostro continente sono i determinanti sociali ed economici per i quali continuiamo a non registrare cambiamenti significativi. Tornando all?esempio di Glasgow, è ovvio che le differenze degli indicatori di salute tra distretti non sono legate alla genetica ma agli aspetti economici e sociali, per cui riuscire a gestire in maniera sinergica lo sviluppo economico, sociale e in termini di salute della popolazione avrebbe effetti enormi. è questo che bisogna fare per promuovere la salute delle popolazioni: è necessario diffondere una nuova cultura intersettoriale. Vita: Quale sarà il compito del vostro ufficio di Venezia? Ziglio: Lo stato di salute è strettamente legato al livello di povertà e alle ineguaglianze: investire sulla promozione della salute significa dare valore aggiunto allo sviluppo economico e sociale. Questa è la nostra tesi propositiva. Come produrre salute nella società contemporanea? Come promuovere la salute della popolazione in maniera sostenibile ed equa? È possibile identificare una strategia che fornisca valore aggiunto allo sviluppo sociale ed economico di un paese? Queste sono le domande a cui il nuovo Ufficio Oms di Venezia vuole dare risposta suggerendo agli Stati una strada per il proprio potenziamento, quella di inserire la politica della salute nelle proprie politiche per lo sviluppo, considerandola come un investimento e non come una spesa. Analizzeremo i determinanti economici e sociali e cercheremo di capire con evidenza scientifica attraverso quali meccanismi essi impattano sugli indicatori di salute. Forniremo anche servizi e assistenza tecnica ai Paesi che intendono intraprendere strade innovative. Abbiamo fatto degli studi in cui si vede che in alcuni dei Paesi più poveri del mondo un aumento del 10% della speranza di vita ha un impatto nel Pnl dello 0,4%. Quindi investire nella promozione della salute, è fondamentale dal punto di vista dei diritti umani, ma ha anche altri riscontri enormi. Vita: Dunque il suo ufficio, tra i vari temi che affronta, analizza lo stretto rapporto tra la salute e la povertà. Come descriverebbe la situazione di povertà in Europa? Ziglio: Siamo di fronte ad una nuova situazione di povertà. Dati dell?Unione Europea (Consiglio dell?Unione Europea, 2001) ci dicono che circa il 18% della popolazione dell?Europa Occidentale, e cioè più di 60 milioni di persone, vive in condizioni di fragilità economica e sociale. In Europa Orientale nell?ultimo decennio abbiamo registrato un tasso di sviluppo negativo per molti paesi. Nelle repubbliche caucasiche è aumentato di circa il 10% il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e ben 98 milioni di persone nell?Europa dell?est, includendo le repubbliche caucasiche, vivono oggi con meno di due dollari. Anche le differenze sociali in Europa incidono pesantemente: oggi in Gran Bretagna un bambino che nasce in una famiglia povera ha 2,5 probabilità in più di non superare il primo anno di vita rispetto a un bambino che nasce in una famiglia abbiente. è inaccettabile che negli Stati europei ci siano diseguaglianze così forti, ed è pericoloso per Stati piccoli dove la conseguenza inevitabile è la disgregazione dell?identità nazionale. Riuscire a migliorare queste tendenze, significa diminuire il conflitto sociale, creare più opportunità di sviluppo economico equo e sostenibile per i 900 milioni di cittadini del continente europeo.

Barbara Pianca


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