Cultura

I cristiani Sulawesi chiedono intervento Onu

"Fermate la violenza, altrimenti sarà tragedia umanitaria": è l'appello inviato al Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan dalla comunità cristiana del distretto di Poso

di Redazione

“Fermate la violenza, altrimenti sarà tragedia umanitaria”: è l’appello inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan dalla comunità cristiana del distretto di Poso, in Sulawesi centrale. Nei giorni scorsi oltre 50mila cristiani della zona sono stati costretti alla fuga da attacchi dei guerriglieri del Laskar Jihad.
In un missiva privata, i leader cristiani del Forum Interreligioso di Poso chiedono l’intervento dell’Onu per fermare il conflitto e la violenza sui diritti umani in corso a Poso. La lettera afferma che il governo indonesiano e forze di sicurezza non sono state capaci di far cessare la violenza che “va fermata al più presto, altrimenti si rischia una tragedia umanitaria”. Tra i firmatari dell’appello vi sono: Oldly Tacoh, Segretario Generale del Centro di Crisi di Sulawesi; J. Santo, capo del Centro di Comunicazioni a Poso; F.W.L. Sowolino, capo dell’associazione “Giovani generazioni” di Poso; il rev. A. Rapalodji, capo del Sinodo della Chiesa di Sulawesi centrale; p. Jimmy Tumbelaka, rappresentante della comunità cattolica di Poso.
P. Jimmy si trova a Tentena, località 40 km a Sud di Poso con 60mila abitanti, quasi tutti cristiani. Nei giorni scorsi in città si sono riversati almeno 28mila sfollati dopo l’aggressione dei guerriglieri islamici del Laskar Jihad. I cristiani di Tentena temono ulteriori attacchi: “Se i militanti musulmani attaccano la città, scoppierà una vera guerra civile, perché la gente locale si sta armando per difendere il proprio territorio”, afferma p. Jimmy. Secondo il sacerdote, membro del Forum Interreligioso di Poso, “la cosa più importante è che la polizia allontani i membri del Laskar jihad, cosicché fra la popolazione locale si può avviare la riconciliazione”.
Visitando la zona la settimana scorsa, Michel Elmquist, vice coordinatore
Onu per gli aiuti umanitari, si era detto preoccupato per l’imminente arrivo di 7.000 guerriglieri e per il profondo odio già esistente fra cristiani e musulmani. Il membro del Laskar Jihad a Jakarta ha dichiarato che la missione del gruppo a Poso ha scopi umanitari, educativi, e intende “aiutare i musulmani a difendersi dagli attacchi dei cristiani”.
Oggi a Poso si registrano un morto e quattro feriti, colpiti mentre passavano vicino a una chiesa protestante. Negli ultimi giorni, sono avvenuti scontri nel villaggio di Sepe, nel distretto di Silanca. Circa 55 case, due scuole e una chiesa sono state distrutte. Secondo fonti della polizia locale, la violenza è cominciata quando sei musulmani sono stati catturati da un gruppo della milizia Christian Red Force, come ritorsione per il raid compiuto nel loro villaggio da guerriglieri del Laskar Jihad.
Intanto a Jakarta la presidente Megawati Sukarnoputri si è detta pronta ad attuare serie misure per fermare la violenza nel distretto di Poso. Il governo ha previsto l’intervento di esercito e polizia per restaurare ordine e sicurezza. Il Ministro per gli Affari Politici e la Sicurezza Susilo Bambang Yudhoyono, si recato a Sulawesi e ha incontrato le autorità locali, accompagnato da alti funzionari militari. “Il governo è pronto a dichiarare lo stato di emergenza”, ha detto, annunciando lo schieramento di 4 battaglioni per un totale di 1.400 uomini. (Fides )

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