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I corridoi umanitari italiani? Funzionano e fanno scuola in Polonia

In uno dei Paesi più conservatori d'Europa, la Conferenza episcopale polacca chiede alla Caritas di attivarsi per seguire il modello intrapreso in Italia da Sant'Egidio, Tavola Valdese e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Modello che giovedì 16 giugno porta sul territorio italiano altre 81 persone siriane, registrate nei campi profughi libanesi

di Daniele Biella

I corridoi umanitari funzionano e fanno scuola. Ai 200 rifugiati siriani arrivati negli ultimi mesi via aerea dai campi profughi del Libano in Italia grazie al ponte umanitario realizzato da Comunità di Sant’Egidio, Tavola Valdese e Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – con l’avallo del ministero degli Interni – ora tocca alla Polonia essere il secondo Pese europeo ad aprire i canali per i profughi, pratica che secondo molti esperti (ma non i decisori politici europei, che non fanno propria l'idea) rappresenta la soluzione primaria per evitare i viaggi in mare alla mercé dei trafficanti e, conseguentemente, le stragi.

La Conferenza Episcopale Polacca ha scelto infatti di affidare alla Caritas nazionale la realizzazione di corridoi umanitari in Polonia per profughi provenienti dalla Siria. Un’altra azione, come quella italiana, partita dalla società civile e dagli ambienti religiosi: E’ un segno importante di come in Europa si stia facendo strada un modello che coniuga umanità e sicurezza”, commenta la Comunità di Sant’Egidio, “si sta rivelando sempre più la via maestra che consente di salvare vite umane sottraendole ai viaggi della disperazione nel Mare Mediterraneo e permette, per chi fugge dalla guerra, l’arrivo in Europa con regolari voli di linea. Quindi, in tutta sicurezza. Per chi è accolto, ma anche per tutti, grazie ai controlli che in questo caso sono effettuati prima di partire”. Sant’Egidio si augura che la proposta della Chiesa polacca possa realizzarsi al più presto attraverso accordi con le istituzioni statali e, nello stesso tempo “rinnova il suo appello a tutti i Paesi europei perché facciano proprio questo modello di civiltà, che favorisce anche una più facile integrazione nelle nostre società”.

Una decisione, quella della curia polacca, più che simbolica, in una nazione in cui è al governo una classe politica piuttosto conservatrice – a cominciare dalla premier Beata Szydlo – e non favorevole all’apertura delle frontiere: dal 27 al 31 luglio 2016 la Polonia riceverà la visita di Papa Francesco, per la Giornata mondiale della gioventù di Cracovia. Più volte il papa ha esortato l’apertura di corridoi umanitari in Europa, e questa scelta polacca potrà sicuramente trovare una sponda efficace da parte pontificia.

Nel frattempo, per giovedì 16 giugno 2016 è previsto l’ulteriore arrivo in Italia di 81 persone siriane –intere famiglie con bambini e anziani – sempre dal Libano. Esse si aggiungeranno alle 200 già presenti sul territorio che, nell’arco degli ultimi mesi, si stanno inserendo senza problemi nei singoli luoghi in cui sono state ospitate, ovvero strutture gestite da enti non profit legati alla Comunità di Sant’Egidio. A questo link una scheda per capire nel dettaglio che cosa sono e come vengono strutturati i corridoi umanitari.

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