Politica
I convinti, i perplessi e i contrari
Tra un Paolo Beni che firma la mozione Mussi e i promotori di un manifesto pro Pd, un mosaico di atteggiamenti, idee, previsioni...
Stante che, naturalmente, l?autonomia delle associazioni di volontariato, non profit e terzo settore non era in discussione ieri e non lo è oggi, c?è da dire che anche questo mondo è stato coinvolto nella gestazione e nella formazione del partito che verrà. Lo si è visto anche ai congressi di Ds e Margherita che si sono tenuti rispettivamente a Firenze e Roma, dove di esponenti dei mondi associativi se ne sono visti diversi. In qualità di diretti protagonisti e, soprattutto, di osservatori interessati. Ecco una mappa.
Proprio alla vigilia del congresso di Firenze, infatti, un manifesto promosso dai Cristiano-sociali, la piccola ma agguerrita formazione diessina guidata dal presidente della commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati, Mimmo Lucà, ha raccolto diverse e importanti firme di peso nel mondo del volontariato, della cooperazione internazionale e del terzo settore. Obiettivo, dare più forza e spazio ai cattolici laicamente impegnati nella costruzione del Pd, come testimonia il titolo stesso dell?iniziativa (Laicità, buona politica, riformismo solidale). Tra i principali firmatari del manifesto, spiccano i nomi di Sergio Marelli, direttore della Focsiv e presidente dell?Associazione delle ong italiane, di Lucio Babolin, presidente del Cnca, di un gruppetto di sindacalisti della Cisl (Cecilia Brighi, Carlo Pignocco, Claudio Stanzani), di Michele Consiglio e Suana Tortora, della presidenza delle Acli, Ferdinando Siringo, della presidenza del Movi, ma anche quelli che vengono direttamente dal mondo cattolico-democratico, come Davide Paris, ex presidente nazionale della Fuci, Lino Prenna, coordinatore nazionale di Agire politicamente, Gualtiero Zanolini, esponente del comitato mondiale degli scout.
Il mondo della cooperazione internazionale, in particolare, si è mobilitato (da Movimondo a Intersos e Cosv, che ora hanno formato Solint, e che sono vicini ai Ds) come riconosce proprio Marelli: «Potenzialmente il Pd è una casa più accogliente per chi non viene dalle rispettive tradizioni di appartenenza anche perché vuole fare dell?inclusione della società civile uno dei suoi punti di forza». Un punto, però, Marelli vuole che sia chiaro: «Capisco le ragioni del bipolarismo mite ma questo non deve voler dire moderatismo del progetto politico-culturale».
Un occhio di riguardo nei confronti della Margherita e della sua area più schiettamente cattolica e popolare (sia sul lato teo-dem che su quello neo-pop) ce l?hanno sia le Acli, oggi guidate da Andrea Oliviero ma il cui predecessore, Luigi Bobba, oggi è senatore del partito di Rutelli, che gran parte del mondo scout e in particolare dell?Agesci, dalle cui fila provengono sia il ministro Beppe Fioroni che la sottosegretaria alla Solidarietà sociale, Cristina De Luca. L?ex portavoce nazionale del Forum, oggi membro dell?Agenzia delle onlus Edoardo Patriarca, guarda con interesse e insieme con qualche scetticismo al futuro partito, specialmente in quanto a capacità di coinvolgere la società civile: «Deleghe in bianco questo mondo non vuole darle più».
Per l?onorevole della Margherita Emilio Del Bono, di area ex Ppi e che segue da vicino il terzo settore, invece, «il Pd renderà più facile il collegamento tra partiti e società civile perché si tratterà di un soggetto non ideologico ma ideale e programmatico».
«Nel Manifesto il welfare e il terzo settore ci sono molto poco, è vero», ammette Fabio Protasoni, dell?esecutivo dei Cristiano-sociali, «ma il Pd è il punto ideale di approdo per l?incontro tra il riformismo laico e cattolico che proprio dalla loro unità nel sociale hanno dato vita al terzo settore».
Registrati i favorevoli (tra i quali vanno annoverati anche, dal lato diessino, Legacoopsociali e, dal lato margheritino, oltre a larghe parti di Federsolidarietà e Confcooperative, anche pezzi presenti in Misericordie, Anpass e Convol, oltre Legambiente), bisogna anche dar conto dei contrari. Si concentrano dalle parti dell?Arci, il cui presidente Paolo Beni ha firmato la mozione Mussi, anche se ora non uscirà dal partito soprattutto per mantenere intatta l?unità della sua organizzazione. Ve ne sono anche nell?Ics di Giulio Marcon, nell?associazione Lunaria, nel Cnca, nel Movi e in pezzi della cooperazione sociale, per non dire del Gruppo Abele di don Ciotti e di varie ong.
«L?incontro tra Ds e Margherita avviene nel momento di massimo distacco e distanza tra Arci e Acli», nota Nuccio Iovene, senatore Ds del Correntone ed ex portavoce del Forum del terzo settore, «due organizzazioni il cui lavoro fu invece propedeutico alla nascita del primo Ulivo: dalla pace al lavoro, dal family day alle pensioni, mai come oggi Acli e Arci la pensano in modo molto diverso». Saprà il Pd accorciare le distanze? Solo il tempo potrà dirlo…
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