Non profit
I conti in tasca alle tendopoli
Dove e come vivono gli aquilani sopravvisuti al sisma
di Redazione

Oltre 20mila persone sono in tenda. 19mila sono alloggiate in 515 alberghi nelle province vicine. E più di 9mila in case private. I costi? Solo per i campi impegnati 1,5 milioniSe per ipotesi la direzione della scossa che ha scatenato il terremoto del 6 aprile fosse stata concentrata dal basso verso l’alto e i palazzi non avesse avuto fondamenta, ma fossero stati semplicemente appoggiati al suolo, L’Aquila per un secondo sarebbe stata sospesa a circa un metro da terra.
Basterebbe questa immagine per rendersi conto dell’entità della devastazione, dei piloni portanti troncati di netto o esplosi, del crollo di strutture romane che avevano resistito ai tanti eventi simili lungo la storia.
Sono 140 le aree di ricovero che diventano 150 se si contano le 10 sorte spontaneamente, per un totale di 4.929 tende che ospitano 20.523 persone. Per garantire pasti caldi per tutti e assistenza sanitaria sono state allestite 81 cucine da campo e 16 presidi sanitari oltre naturalmente all’ospedale.
Altre spese legate alle tendopoli sono i 185mila euro spesi per il carburante dei generatori che insieme ai 3,8 milioni dei materiali e servizi elettrici hanno garantito energia elettrica e illuminazione. I climatizzatori sono costati altri 2 milioni. 21 infine i milioni spesi per i servizi igienici comprensivi di noleggio, posa e pulizia.
E ancora: 19.267 sono le persone alloggiate in 515 alberghi in diverse province limitrofe. Prime fra tutte Teramo, con 12.188 aquilani in 248 alberghi. In 9.636 hanno invece trovato alloggio in case private.
Degli edifici controllati, 59.609 sono ad uso privato, 1.237 pubblico, 54 ospedaliero, 177 militare, 682 scolastico, 1.746 produttivo.
Su 1.441 sopralluoghi risultano agibili solo 516 edifici (il 41,8%) suddivisi in 331 agibili senza riserve e 185 agibili con provvedimenti. I restanti 925 (64,2%) invece sono inagibili a vari gradi: inagibilità rossa per 756 edifici (52,5%); inagibilità temporanea per 98 edifici (6,8); 36 gli edifici con inagibilità per cause esterne (2,5); 35 gli edifici parzialmente agibili (2,4).
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