Non profit
I consumatori non chiedono benzina
Non è solo il mondo dei produttori che sta cambiando e sta prendendo coscienza che sempre più dovrà fare i conti con questo stakeholder universale, il consumatore ...
È un passo importante quello che Vita fa in questo numero inaugurando un inserto mensile dedicato ai consumatori. È importante perché, come sempre nella nostra storia, abbiamo cercato di farlo non da soli ma con un affidabile e autorevole compagno di strada. Il Movimento Consumatori è una delle realtà con più storia e socialmente più radicate e oltre alla competenza offre anche un vissuto di esperienze, di presidio delle situazioni più critiche per il cittadino. Questo passo è importante anche per la tempestività con cui avviene: il caso ha voluto che l?esordio avvenga all?indomani dei nuovi provvedimenti di liberalizzazione annunciati dal ministro Pier Luigi Bersani, che segnano una grande svolta. Certamente un inizio sotto buoni auspici.
Non è solo il mondo dei produttori che sta cambiando e sta prendendo coscienza che sempre più dovrà fare i conti con questo stakeholder universale, il consumatore. Ma sono i consumatori stessi ad essere attesi ad una prova di consapevolezza decisiva. La logica meramente rivendicativa appartiene ormai al passato; c?era un fondo di egoismo in quella logica: l?importante è che il diretto interessato non subisse torti, poi tutto poteva andare come andava. C?era un?accezione del diritto come fattore individuale, che non teneva conto di tutte le implicazioni che i comportamenti individuali hanno invece sulla collettività. Insomma non era affatto chiaro che difendere i diritti del consumatore non significava affatto dargli libertà incondizionata di consumare.
È una mentalità che per esempio si riflette anche in alcune misure incluse nei provvedimenti Bersani. Prendiamo la cosiddetta liberalizzazione delle pompe di benzina. In nome di cosa viene difesa? In nome di una modestissima calmierizzazione dei prezzi. Ma il consumatore consapevole non può certo accontentarsi di così poco. E deve porsi altre domande ben più consistenti. Ad esempio: in un Paese che ha il record europeo di auto per abitante, è sensato facilitarne ulteriormente l?uso? L?effetto illusorio di qualche centesimo risparmiato che conseguenze a catena comporterà? Insomma, per dirla con un gioco di parole, il piccolo risparmio vale davvero il prezzo? Andando avanti con il ragionamento, al consumatore consapevole verranno poi altri dubbi intelligenti. Ad esempio: la liberalizzazione delle pompe è stata chiesta a gran voce dalla grande distribuzione che, come accade in Francia, attira clienti vendendo benzina anche leggermente sotto costo. Non è evidentemente un regalo: chi fa il pieno, con buona probabilità poi mette piede negli scaffali, e così le grandi catene si rifanno con gli interessi di quel piccolo ribasso dei prezzi. Ma questa è difesa dei consumatori o più semplicemente un?intelligente e spregiudicata politica commerciale? E poi ancora: che senso ha un provvedimento che per difendere il consumatore ultimamente lo induce a consumare di più?
Come vedete, ci sono tante bellissime domande, magari un po? sbarazzine, a cui rispondere, evitando di rifugiarsi nei luoghi comuni. Perché oggi sarebbe davvero diabolico separare il diritto di chi consuma dalla sostenibilità dei consumi. Il diritto è tale se ha i connotati della sostenibilità, altrimenti dovremo avere il coraggio di ridiscuterlo e di rimandarlo, se è il caso, al mittente. Per questo l?avventura che da questa settimana cominciamo, avendo un compagno di strada che non fa sconti, è un?avventura inedita e interessante. Dalla quale ci sarà da guadagnare ben più che qualche spicciolo di benzina.
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