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I confini dell’impresa sociale

Pubblichiamo una delle numerose richieste di chiarimento sulla nuova normativa approvata nel luglio scorso. Il nodo cruciale è la definizione degli ambiti di competenza

di Redazione

Stiamo progettando di aprire una bottega del commercio equo e solidale e pensavamo di costituire un?impresa sociale, di cui abbiamo seguito con interesse l?iter legislativo. Ma da qualche tempo non ne sentiamo più parlare: che fine ha fatto la legge? Pensate che possa fare al caso nostro? Lettera firmata Lo scorso 4 luglio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 153 la legge 118, approvata in via definitiva dal Parlamento il 13 giugno, un provvedimento che contiene i principi guida a cui il governo dovrà attenersi per definire nel dettaglio la disciplina dell?impresa sociale. Il sottosegretario al Welfare, Grazia Sestini ha chiesto al Forum del terzo settore di avanzare una proposta, ora all?esame degli altri ministeri. Una delle questioni più delicate è proprio quella relativa alla definizione degli ambiti di competenza. La bozza al vaglio dei dicasteri prevede il seguente elenco: 1) assistenza sociale e socio-sanitaria; 2) assistenza sanitaria; 3) beneficenza; 4) istruzione; 5) formazione; 6) sport dilettantistico; 7) tutela, promozione e valorizzazione delle cose d?interesse artistico e storico; 8) tutela e valorizzazione della natura e dell?ambiente, con esclusione dell?attività, esercitata abitualmente, di raccolta e riciclaggio dei rifiuti urbani, speciali e pericolosi; 9) promozione della cultura e dell?arte; 10) tutela dei diritti civili; 11) ricerca scientifica di particolare interesse sociale oltre al commercio equo e solidale e l?attività di inserimento lavorativo. è presto per dire se questa sarà la versione definitiva, ma se così fosse farebbe al caso vostro. Non rimane che attendere.


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