Politica
I comuni: perché siamo esclusi dalle scelte?
Tanti tagli. Ma i sindaci lamentano soprattutto una mancata condivisione. Come sullevasione: scelta giusta ma con che mezzi la attuiamo?
Milano, -12,34%. Bologna, -15,82%. Roma, -9,15%. Ravello, -19%. Siamo vicini allo sciopero dei Comuni. Perché la prossima Finanziaria, che taglia ai Comuni una cifra nominale compresa tra 1,5 e 1,7 miliardi di euro (destinata a crescere negli effetti reali), è «punitiva e irriverente». «Punitiva negli effetti e irriverente nel metodo», precisa Oriano Giovannelli, presidente di Legautonomie. «Non c?è stata nessuna condivisione in fase preparatoria, ed è ridicolo pensare che un taglio del genere possa ricadere solo sulle auto blu. Il contenimento delle spese si può fare, ma solo dopo una fase di investimento che garantisca a chi lavora negli enti locali una formazione più moderna e nuove tecnologie». La Legautonomie, riunita in convegno a Viareggio per discutere di federalismo, denuncia in realtà il progressivo accentramento che si è verificato negli ultimi anni: «Non c?è federalismo senza federalismo fiscale. Che non significa più soldi, ma più certezze per pianificare il futuro. Avevamo chiesto la ?tassa di scopo? e l?eliminazione dei vincoli nell?applicazione dell?addizionale dell?Irpef: non ci è stato concesso nulla».
E se il 5 per mille al volontariato è un?idea che piace, resta il fatto che «il volontariato cresce quando ha un interlocutore forte e sensibile, non uno piegato dai tagli. Il nuovo welfare deve essere un welfare delle opportunità più che un welfare industrialista, e in questo senso l?ente locale è il soggetto meglio in grado di accompagnare una persona alla scoperta delle opportunità che ha attorno».
Critica pure l?Anci, alla vigilia di un?assemblea nazionale che dovrebbe essere dedicata al comune come centro delle nuove convivenze ma che, di questo passo, finirà ancora una volta per parlare di risorse: «L?anno scorso ci hanno detto di fare il nostro piano triennale secondo il metodo Gordon Brown, cioè con una crescita entro il 2%», spiega Angelo Rughetti, segretario generale. «Adesso cambiano idea: in termini reali il taglio è dell?11%. E poi questo giochino della voce ?prestazioni sociali?: certo, lì dentro ci sono servizi come gli asili nido e le case anziani, ma non ci sono gli scuolabus, i libri di testo, le mense, le scuole elementari. Se è vero, come dice l?Istat, che il 70% degli investimenti pubblici sono comunali, ci sarà un calo drastico dei servizi».
Amaro in bocca anche per le maggiori entrate che la Finanziaria garantisce ai Comuni come compenso per la loro collaborazione alla lotta all?evasione fiscale: «Lo chiedevamo da due anni, e in ogni caso nessuno spiega come possiamo concorrere alla lotta all?evasione senza persone né fondi aggiuntivi».
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