Economia

I comuni la preferiscono pulita

È quanto emerge dal Rapporto annuale di Legambiente realizzato con il contributo di Gse e Sorgenia

di Redazione

Cresce il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili da parte dei Comuni in Italia. Sono infatti 7.661 i Municipi che ospitano almeno un impianto che produce energia da fonti rinnovabili, pari al 94% degli Enti. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale di Legambiente sui Comuni rinnovabili, realizzato con il contributo di Gse e Sorgenia. Lo scorso anno erano 6.993 e nel 2009 si attestavano a 5.580.

La crescita è impressionante e riguarda ognuna delle fonti pulite. Sono 7.273 i Comuni del solare, 374 quelli dell’eolico, 946 quelli del mini idroelettrico, 290 i Comuni della geotermia e 1.033 quelli che utilizzano biomasse e biogas. Aumenta quindi significativamente il contributo energetico delle rinnovabili che nel 2010 ha coperto il 22% dei consumi elettrici complessivi, grazie a 200 mila impianti distribuiti nel territorio, che già oggi rendono rinnovabili al 100% un numero sempre maggiore di comuni.

“Il Rapporto di Legambiente -ha detto Nando Pasquali, amministratore delegato del Gse- fa emergere il dato che le energie rinnovabili sono sempre più accessibili al singolo cittadino e non solo ai grandi produttori. Dimostra inoltre come il Paese stia puntando su tutte le fonti rinnovabili, soprattutto su quelle nuove, come il solare fotovoltaico, l’eolico e le biomasse che hanno forti possibilità di crescita, anche al fine del raggiungimento degli obiettivi comunitari”.

Un maggior impegno dell’esecutivo sul fronte dello sviluppo delle fonti rinnovabili è stato chiesto dal presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. “Chiediamo al governo -ha detto- un impegno preciso in questa direzione, a cominciare da una modifica al decreto Romani che ha di fatto frenato e tolto ogni certezza agli investimenti, introducendo un tetto alla crescita delle rinnovabili e una revisione degli incentivi che complica gli interventi. I numeri presentati oggi dimostrano invece che l’alternativa al nucleare esiste e che la rivoluzione energetica è già iniziata”.

Per Riccardo Bani, direttore generale di Sorgenia, “i risultati conseguiti, nonostante le difficoltà burocratiche, sono anche figli di un quadro legislativo abbastanza stabile. Ma avere interrotto bruscamente l’impianto normativo sta provocando incertezze per tutti. Auspico nel breve che si ponga rimedio ad una mancanza soprattutto nel fotovoltaico”.

Per poter continuare a crescere, per Bani, “è doveroso un meccanismo di riduzione graduale degli incentivi, tenendo conto dell’innovazione tecnologica e dell’economia di scala che gli operatori stanno raggiungendo. Credo sia opportuno continuare a premiare i piccoli impianti collocati su abitazioni private e sui tetti degli edifici delle aziende rispetto ai grandi impianti a terra. Bisogna produrre in prossimità di chi consuma”.

Dal dossier di Legambiente, ‘Comuni Rinnovabili 2011’, che fotografa la diffusione delle micro centrali ad energia alternativa sul territorio nazionale emerge che sono quasi 9 su 10 i comuni dotati di impianti solari. Infatti, 7.273 (erano 6.801 lo scorso anno) su un totale di 7.661 municipi ospitano almeno un impianto che produce energia da fonti rinnovabili. Ossia ben l’89% del totale.

Per il fotovoltaico, San Bellino (Rovigo) è in testa alla classifica di diffusione con una media di oltre 58,4 Mw ogni 1.000 abitanti. Nel rapporto viene premiata la diffusione per numero di residenti proprio per evidenziare le potenzialità delle rinnovabili nel soddisfare i fabbisogni delle famiglie. Nel solare termico vince il piccolo Comune di Torre San Giorgio (Cuneo), con una media di 2.140 mq/1.000 abitanti. Sono 56 i Comuni italiani che hanno già superato l’obiettivo dell’Unione Europea di 264 mq/1000 abitanti.

Per l’eolico, i Comuni sono 374, per una potenza installata pari a 5.758 Mw (610 Mw in più rispetto al 2009). Nel 2010, gli impianti eolici hanno permesso di produrre 8.374 Gwh di energia pulita, pari al fabbisogno elettrico di oltre 3,5 milioni famiglie. Sono 221 i Comuni che si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico, poichè si produce più energia di quanta ne viene consumata.

I Comuni del mini idroelettrico sono 946 (il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 Mw). La potenza totale installata è di 988 Mw, in grado di produrre ogni anno oltre 3.952 Gwh pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 1,6 milioni di famiglie. I Comuni della geotermia sono 290, per una potenza installata pari a 868 Mw elettrici e 67,9 termici. Gli impianti producono circa 5.031 Gwh di energia elettrica, in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre 2 milioni di famiglie.

I Comuni della biomassa sono 1.033 per una potenza installata complessiva di 1.088 Mw elettrici e 702 Mw termici. Gli impianti si dividono tra quelli che utilizzano biomasse e quelli che utilizzano biogas. In particolare quelli a biogas sono in forte crescita e hanno raggiunto complessivamente 593,1 Mwe installati e 52,9 Mwt. Gli impianti a biomassa e biogas consentono di produrre 7.631 Gwh pari al fabbisogno elettrico di oltre 3 milioni di famiglie.

In forte crescita sono gli impianti a biomasse e biogas collegati a reti di teleriscaldamento, che permettono alle famiglie un significativo risparmio in bolletta (fino al 30-40% in meno). Sono 296 i Comuni in cui gli impianti di teleriscaldamento utilizzano biomasse ‘vere’ (ossia materiali di origine organica animale o vegetale provenienti da filiere territoriali), che riescono a soddisfare larga parte del fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria.

 


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