Ci sono anche gli asset comunitari sulle rotte del bene, un piccolo contributo al nuovo percorso di sviluppo e rinascita del terzo settore italiano lanciato dal Comitato editoriale di Vita. E’ vero, si tratta di una collocazione a posteriori e formalizzata solo a voce, ma comunque è coerente rispetto all’obiettivo ed è quello che conta. Le rotte del bene saranno costellate di eventi importanti – ad iniziare dalla partecipazione al Big Bang di Renzi – ma servirebbe anche una miriade di iniziative su piccola scala (magari con un brand che le tenga insieme), altrettanto necessaria per dare gambe alla “stagiore rifondativa del terzo settore”. Dunque gli appassionati della rigenerazione di asset comunitari da parte di imprese sociali e altri soggetti non profit si segnino questa data: 29 novembre ore 16.00, presso il Forma Moods di Milano. Presenteremo il volume di Communitas dedicato a storie e riflessioni sui beni (immobiliari) della comunità: confische, strutture religiose, lasciti, alienazioni pubbliche, ecc. che diventano centri culturali, sportivi, di welfare. Staremo alla larga dalla retorica dei beni comuni – che qualcuno, brillantemente, ha definito “commonismo” – e cercheremo invece di mettere in luce competenze, pratiche e risorse necessarie allo scopo. Ne potrebbe uscire, chissà, anche un manifesto per gli asset comunitari che faccia da collante per le molte e svariate iniziative in atto. L’ultima in ordine di tempo: il più grande latifondista è lo Stato italiano che potrebbe ricavare qualcosa come 6 miliardi di euro dalla vendita di terreni agricoli di sua proprietà. Vogliamo chiedere questa volta – così come non è stato fatto nel caso del federalismo demaniale – che un “per mille” sia destinato ad asset comunitari? Ad esempio agricoltura bio, fattorie didattiche, turismo sociale, inserimento lavorativo. Nei prossimi giorni pubblicheremo il programma completo dell’evento. Nel frattempo: save the date!
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