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I Coen, grandi e impietosi

Cinema «A prova di spia», un colpo al cuore dell'America

di Maurizio Regosa

A prova di spia. Ovvero di intelligenza percepita, messa alla prova e illuminata, verrebbe da constatare dopo che le luci di sala si sono spente: Burn After Reading (è questo il titolo originale, preso a prestito dallo slang top secret) ha un retrogusto talmente amaro da accompagnarti per le scale, per strada e fin dentro casa tua. E il sospetto che assale ciascuno si fa presto a sintetizzarlo: il mondo sarà davvero così rimbambito? Davvero nel cuoricino delle fitness segretarie, come in quello delle algide dottoresse, alberga il nulla? In verità l’elenco sarebbe lunghissimo: non sono soltanto le donne a essere prese di mira dall’ultima grottesca commedia perfida dei fratelli Coen: sono gli uomini quelli trattati peggio. Giacché sembrano dividersi in due sezioni – quelli che bevono per non pensare e quelli che non ne hanno bisogno perché tanto non ragionerebbero comunque – all’interno di un mare magno di stupidità galattica. Agisce prima di riflettere il personal trainer che continua a ficcarsi in guai non suoi (Brad Pitt, elogiatissimo da tutta la critica). Mente come respira il poliziotto ingenuo di George Clooney. Beve prima di reagire con gli ultimi muscoli che si ritrova l’analista della Cia. È con il suo licenziamento (perché troppo amico dell’alcol) che iniziano il film e la nostra discesa nella mancanza di senso. È una umanità che non ha nulla di dire perché niente pensa. E lo fa assordandosi di continuo e reciprocamente le orecchie con pensierini di minuscolo calibro e con mille, mille bugie.
Impietosi i Coen. Colpiscono al cuore politicamente pulsante dell’America ambientando la loro cattiveria a Washington, ma preferiscono ignorare l’ambiente partitico. Come a dire: non serve andare al Parlamento per constatare la dissoluzione esistenziale, morale, esperienziale cui siamo arrivati. I suoi effetti sono arrivati ovunque, a tutti gli strati della popolazione. Non a caso le professioni dei diversi personaggi coprono i diversi ambiti sociali. Come i loro dialoghi, del resto: si va dalla commedia classica (i botta e risposta tipici degli anni 50) agli effettacci da slapstick comedy anni 30. Mescolati con sapienza forse per rendere l’idea di una continuità (e se così fosse, sarebbe esempio di magistrale perfidia). Per il resto A prova di spia è un’ottima prova d’attori, di sceneggiatura e di regia. Non sarà la pellicola migliore dei due pestiferi Ethan e Joel, ma di sicuro non sfigura nella loro filmografia: diverte, ha un ottimo ritmo e un montaggio efficacissimo?


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