Welfare
I cittadini stranieri diventano sempre più italiani
L’Ismu, istituto per lo Studio della Multietnicità, analizza i dati del bilancio demografico nazionale diffusi dall’Istat: è boom di acquisizioni di cittadinanza italiana. Nel 2015 178mila cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza. Il 37% dei nuovi italiani ha meno di 18 anni. La Lombardia è al primo posto per numero di nuovi residenti con oltre 45mila acquisizioni
di Redazione
Fondazione Ismu, istituto per lo Studio della Multietnicità, analizza i dati del bilancio demografico nazionale diffusi dall’ Istat e spiega il boom di acquisizioni di cittadinanza italiana: sono infatti 178mila i cittadini stranieri che nel corso del 2015 hanno acquisito la cittadinanza italiana. Il 37% in più rispetto all’anno precedente (oltre 35 stranieri ogni mille residenti). Al 31 dicembre 2015 risiedono in Italia 60.665.551 persone, di cui più di 5 milioni di cittadinanza straniera (8,3% dei residenti a livello nazionale, 10,6% al Centro-nord).
Dal 2013, infatti, i dati sulle acquisizioni di cittadinanza italiana hanno registrato un forte aumento: si è passati da 100mila nel 2013 a 130mila nel 2014, sino alla punta di ben 178 mila, appunto, nel 2015. La maggior parte delle persone che hanno chiesto e acquisito la cittadinanza appartengono a comunità di antico insediamento e hanno maturato i requisiti di per ottenere la residenza o naturalizzazione: albanesi e marocchini in testa. Molto significativo anche il dato relativo ai minorenni: il 37% dei nuovi italiani del 2015 ha meno di 18 anni.
Al primo posto per numero di nuovi italiani residenti troviamo la Lombardia con oltre 45mila acquisizioni nel 2015 (più di un quarto del totale), seguono il Veneto con 25.800 nuovi cittadini (14% del totale) e l’Emilia Romagna con 22.500 nuovi italiani (pari al 12,6% del totale). Nelle sei regioni del Sud Italia complessivamente sono state solo 9.793 le cancellazioni anagrafiche di stranieri per acquisizione di cittadinanza italiana.
Ma aumentano i trasferimenti all’estero: accanto agli evidenti segnali di un rallentamento dei flussi regolari in ingresso di stranieri in Italia, sia gli italiani di nascita che gli italiani acquisiti tendono a lasciare il Paese. Le stime di Istat indicano che su 100mila italiani che hanno lasciato il Paese nel 2015, 25mila sono italiani nati all’estero. Si tratta di cittadini italiani di origine straniera che decidono di tornare nel Paese di origine o di trasferirsi in altro Paese UE o non UE.
Nel resto dell’Europa le acquisizioni di cittadinanza sono in diminuzione. Mentre in Italia le acquisizioni di cittadinanza aumentano, nel resto dell’Europa diminuiscono: secondo i dati Eurostat nel 2014 (ultimi dati disponibili) sono 890mila i cittadini stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza di uno degli Stati Membri, il 9% in meno rispetto al 2013, anno in cui furono quasi 1 milione le acquisizioni di cittadinanza nell’Unione Europea. La diminuzione è più marcata in alcuni Paesi quali Regno Unito (-82mila rispetto al 2013), Spagna (-20mila), Belgio (-16mila), Grecia (-8.600) e Svezia (-6.700). Al contrario il più significativo aumento in termini assoluti è stato rilevato in Italia (+30mila nel 2014 rispetto al 2013), seguita dalla Francia (+8.300) e dai Paesi Bassi (+6.800). In questo contesto l’Italia è attualmente al secondo posto nella graduatoria europea per numero di acquisizioni di cittadinanza (15% del totale).
I nuovi cittadini sono più numerosi dei migranti sbarcati. Le ricerche svolte da Ismu evidenziano che nel 2015 in Italia sono stati più numerosi i cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana e quindi un’elevata stabilizzazione (178mila), rispetto a quanti hanno raggiunto le nostre coste in modo irregolare via mare (154mila arrivi).
Secondo l'Ismu se il trend dovesse confermarsi, per il 2016 si supererebbero per la prima volta nella storia del nostro Paese le 190mila acquisizioni di cittadinanza italiana.
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