Volontariato

I centenari emiliani arruolati dall’universit

In oltre 150 si sono offerti volontari per una ricerca sul genoma umano

di Carmen Morrone

In oltre 150 si sono offerti volontari per la più grossa caccia al gene della ?lunga vita? che la scienza abbia mai condotto. Un colossale programma europeo di ricerca scientifica sul genoma umano, che promette di strappare al Dna i segreti dell?invecchiamento in buona salute. Tra i partecipanti più anziani un fratello e una sorella di Faenza, rispettivamente di 103 e 101 anni. La ricerca è coordinata da uno dei nodi della Rete dell?alta tecnologia dell?Emilia Romagna. Classe 1905, abile e arruolato. O meglio arruolata, perché sono più che altro donne gli oltre 150 super anziani in salute della provincia di Bologna, che negli ultimi 12 mesi hanno risposto all?appello dei ricercatori dell?Università, prestando il proprio Dna a quella che si profila come la più grossa caccia al gene della longevità che la scienza abbia mai condotto. Un super programma europeo di ricerca, denominato Geha, che vedrà al lavoro per cinque anni 130 scienziati di 26 centri di ricerca in 13 diversi paesi, con un budget di 8,6 milioni di euro. A conclusione del primo anno di reclutamento sono stati 154 gli anziani selezionati dai ricercatori del Centro interdipartimentale Galvani (Cig) dell?Università di Bologna, che, sotto la guida del professor Claudio Franceschi, coordinano a livello internazionale l?intero programma. Si tratta di 61 nuclei familiari, per lo più della provincia di Bologna, composti da almeno due sorelle o fratelli con un?età compresa tra i 90 e i 102 anni e che godono ancora di buona salute. Lo riferisce con una nota Aster, il consorzio che coordina la Rete dell?alta tecnologia dell?Emilia Romagna, costituita da 57 tra laboratori di ricerca e centri per l?innovazione, di cui il Cig è uno dei nodi di eccellenza. Ad oggi il 60% degli anziani, tra quelli con le caratteristiche adeguate e interpellati dagli scienziati, ha accettato di partecipare alla ricerca. La più longeva tra le famiglie di volontari comprende un fratello e una sorella di Faenza, Luigi e Santa Berdondini che hanno rispettivamente 103 e 101 anni. L?obiettivo dei ricercatori bolognesi è arrivare, entro l?aprile del 2007, termine ultimo per il reclutamento, a 150 famiglie di super anziani. La ricerca è in corso anche in molte altre parti d?Europa e alla fine saranno 2800 i nuclei presi in esame. Gli studi finora condotti sulle basi genetiche dell?invecchiamento in salute si fermavano tra i 100 e i 200 casi esaminati. ?La difficoltà maggiore nel trovare i centenari ? spiega Franceschi – è che non ci interessano individui presi singolarmente, ma coppie o nuclei più numerosi di fratelli e sorelle, tutti oltre i novanta e in buona salute. Il che è molto più raro. L?obiettivo è infatti scoprire il ruolo giocato dal Dna nella salute in età avanzata e questo è possibile solo mettendo a confronto persone con una patrimonio genetico parzialmente comune. Per ciascun nucleo inoltre scegliamo un soggetto di controllo, per esempio un marito, una nuora, o comunque una persona che non abbia alcun legame di sangue con i centenari ma che sia vissuta a lungo nello stesso ambiente. Questo è utile per studiare l?influenza delle condizioni ambientali sull?invecchiamento?. ?Il Cig, il centro di ricerca bolognese che sta guidando questo ambizioso programma scientifico ? ricorda Maria Grazia Zucchini, di Aster ? è tra i nodi di eccellenza della Rete dell?alta tecnologia dell?Emilia Romagna, coordinata da Aster. Fa parte infatti di ER-gentech, uno dei quattro laboratori regionali a rete nel campo delle scienze della vita e della salute, cui si aggiungono un parco tecnologico e un centro per l?innovazione. Il totale dei finanziamenti a disposizione dei laboratori e del centro è di 7ml e 500mila euro in due anni, grazie ai quali saranno assunti, nei soli laboratori, 112 nuovi ricercatori?. Per individuare i centenari potenzialmente adatti a Geha (Genetics of healthy aging: genetica dell?invecchiamento in salute), i ricercatori bolognesi si sono rivolti inizialmente alle anagrafi comunali, attraverso un accordo con la Provincia e con l?Osservatorio demoscopico Medec. ?Una volta trovata una famiglia di ultra-novantenni, che sulla carta ci sembra buona ? spiega Federica Sevini, giovane ricercatrice del Cig ? le scriviamo e le proponiamo di partecipare alla ricerca. L?impegno richiesto è minimo. Il tutto si conclude con una visita medica di un?ora fatta a casa degli anziani, e con un normale prelievo di sangue. I risultati delle analisi di routine gli saranno recapitati a domicilio. Quelli delle molto più complesse e preziose analisi genetiche invece non saranno mai riconducibili ai soggetti donatori. A tutela della privacy loro e dei loro discendenti. Le famiglie interessate a prendere parte alla ricerca possono rivolgersi direttamente al Cig telefonando al numero 051.2094739?. La visita medica è molto semplice. Gli anziani sono sottoposti ad alcuni accertamenti di base, come la misurazione della pressione, un test che misura la forza della stretta della mano e un esercizio che consiste nell?alzarsi dalla sedia senza l?aiuto delle mani per cinque volte di seguito. Si cerca inoltre di capire se negli ultimi mesi hanno subìto variazioni significative del peso e della frequenza delle cadute. Tutto ciò serve a determinare il loro stato di invecchiamento. Gli vengono inoltre rivolte alcune domande sulla storia sanitaria loro e dei loro familiari. Sono considerati in buona salute se non hanno particolari problemi con le malattie tipiche dell?età avanzata, come quelle cardiovascolari, il diabete, il cancro, le demenze, l?ictus. Si verifica, anche, che siano sempre vissuti nel luogo in cui risiedono, al fine di identificare un valido soggetto per il controllo ambientale. ?Molti di loro ? racconta Sevini ? parlano volentieri dei numerosi casi di spiccata longevità riscontrabili nella storia della propria famiglia. Ne vanno orgogliosi e si mostrano consapevoli del carattere ereditario del fenomeno?. Il sangue prelevato rimane a Bologna per circa sei mesi. Per tre quarti viene inviato all?ospedale Sant?Orsola per le analisi ematologiche che forniscono ulteriori dati sullo stato di salute dei volontari, per un quarto invece verrà impiegato per le analisi genetiche o accantonato come riserva. Ogni campione è infatti prezioso e non si può correre il rischio che vada perso. Questa parte viene quindi trasferita all?Istituto nazionale di salute pubblica di Helsinki (Finlandia) dotato di avanzatissime macchine per l?estrazione del Dna. In tal modo si garantisce che il Dna dei diversi campioni provenienti da tutt?Europa sia estratto con le stesse tecniche. Il Dna, così ricavato, viene dunque rispedito in 6 centri europei, tra cui il Cig di Bologna, per l?analisi comparata. A questo scopo nuove e costose macchine saranno presto installate nel nuovo laboratorio in allestimento presso il Cig di via San Giacomo. Si tratta di piattaforme automatizzate di ultima generazione per l?analisi dei polimorfismi genetici, che rimarranno ovviamente a disposizione per altre ricerche condotte in Emilia Romagna. I centenari a Bologna e in Emilia Romagna (dati Istat, elaborazione Aster) Al primo gennaio 2004 gli anziani sopra i novant’anni della provincia di Bologna erano 10.884: poco più dell?1 per cento dell?intera popolazione. La loro suddivisione per genere sessuale era all?incirca di un maschio ogni tre femmine. Quelli sopra i cento anni erano appena 148: 1,6 ogni 10.000 abitanti, con un rapporto tra maschi e femmine di uno a sei. Nell?intera regione, sempre nel 2004, si contavano 45.298 ultra-novantenni. Anche in questo caso poco più di uno su cento abitanti, con un rapporto tra maschi e femmine di uno a tre. Il rapporto scendeva a uno su cinque tra i centenari, che erano 648. NOTA: Aster ? Scienza Tecnologia Impresa (www.aster.it) è il consorzio tra le università dell?Emilia Romagna, gli enti di ricerca, la Regione, Unioncamere e le principali associazioni imprenditoriali, per promuovere e supportare il sistema regionale della ricerca e dell?innovazione.


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