Sostenibilità

I carciofi del Neghev

A tavola con Alce Nero, a cura di Gino Girolomoni.

di Gino Girolomoni

I carciofi sono ricchi di potassio, vitamina A e C, sono depurativi, digestivi, diuretici. Ne esiste anche un tipo di montagna chiamato Carlina perché sembra che Linneo lo dedicò a Carlo Magno. I nomi con cui è noto sono molti: camaleone, segnatempo, rapagnola di terra. Sono commestibili addirittura i capolini floreali che precedono la maturazione. La ricetta: pulire i carciofi e togliere le foglie esterne, tenerli in ammollo per venti minuti in acqua e limone. Preparare a parte pane grattuggiato (c?è ancora bisogno di ricordare che sia biologico? Il pane convenzionale avanzato non sa di niente), prezzemolo e aglio tritati finemente, pepe, sale e olio extravergine di oliva. Strofinare nelle mani in senso rotatorio il carciofo in modo da allentarlo all?interno e poterlo riempire. Sistemare i carciofi in un tegame con un po? d?acqua e sale, avendo l?accortezza che siano ben stretti per farli rimanere teneri dopo la cottura a fuoco medio. Ci sono tanti modi di riempirli, ne indico uno: crema di sedano e olive con scalogno, paprica e maionese. Quale vino abbinare se non il Vermentino di Gallura, cantina Capichera, per dedicarli ai sardi che li hanno sempre amati? Dedico questi carciofi ripieni anche alla spedizione archeologica italiana appena rientrata dal Neghev israeliano, dove Em-manuel Anati ha scoperto 40 anni fa una montagna sacra all?Homo Sapiens.


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