Mondo

I carabinieri dell’Unac credono alla vedova Bruno

«L'unico modo per onorare i colleghi caduti, è quella di raccontare la pura e vera realtà conosciuta in Iraq»

di Gabriella Meroni

I Carabinieri dell’Unac (Unione Nazionale Arma Carabinieri) sono in perfetta sintonia con le affermazioni della vedova del carabiniere Massimiliano Bruno, sulle torture perpetrate in Iraq. Lo comunica la stessa associazione in una nota firmata dal presidente Unac, maresciallo Antonio Savino. «Anche presso la Call Center dell’Unac, attivata dopo la strage di Nassirya», riferisce ancora il comunicato, «giungevano notizie da militari in Iraq o rientrati in Italia, di vero caos circa maltrattamenti o “particolari” trattamenti nei confronti delle persone arrestate che venivano consegnate agli Inglesi ed alla polizia Irakena e rinchiusi in quelle Galere». L’Unac invita tutti i carabinieri, rientrati in Patria, «che sappiamo conoscono la verità», a parlare , e a non lasciare sola la vedova Bruno, «oggi abbandonata dall’Arma e dallo Stato, ed offesa nel suo dolore, da chi nega di conoscere. L’unico modo per onorare i colleghi caduti, è quella di raccontare la pura e vera realtà conosciuta in Iraq, in tutti i sensi, sapendo che solo la buona sorte ha permesso a molti di riabbracciare i propri cari, ciò che purtroppo ad altri, che sappiamo mandati allo sbaraglio, non è stato più possibile».


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