Volontariato
I Carabinieri controlleranno le adozioni internazionali
La Cai firma un protocollo d'intesa con l'Arma dei Carabinieri. Obiettivo: assicurare più vigilanza e monitoraggio nei confronti degli enti autorizzati
Gli enti autorizzati alle adozioni internazionali, da oggi, saranno sotto stretta sorveglianza: la Commissione per le Adozioni Internazionali e l’Arma dei Carabinieri hanno sottoscritto sabato 20 giugno un Protocollo d’Intesa «per la tutela, nelle adozioni internazionali, del minore e del rispetto dei diritti fondamentali che gli sono riconosciuti dal diritto internazionale». A firmare l’accordo, il Presidente della CAI, Silvia Della Monica, e il Comandante Generale dell’Arma, Tullio Del Sette (in foto). La voce "lotta al crimine" (e quindi anche il suo presupposot negativo, "crimine") entra quindi con forza nel dizionario delle adozioni internazionali.
Il protocollo d’intesa ha una durata iniziale di due anni e «consentirà di mettere a sistema le capacità operative e informative proprie dei reparti territoriali dell’Arma»: con la loro presenza ramificata sul territorio nazionale, i Carabinieri «assicureranno un fattivo contributo nelle funzioni di vigilanza e monitoraggio svolte dalla Commissione nei confronti degli enti autorizzati ad operare nel campo delle adozioni internazionali».
Una seconda area di attività riguarderà lo «studio di strategie di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali – sottrazione, vendita, tratta – aventi ad oggetto i minori». I risultati di tali ricerche di settore potranno confluire in appositi corsi di formazione che saranno svolti presso gli istituti addestrativi dell’Arma, sia in favore dei militari dipendenti, sia di operatori delle forze di polizia straniere.
Sul sito dei Carabinieri si legge che «il fitto reticolo di comandi sul territorio consente d'intervenire tempestivamente sui fenomeni delinquenziali localmente individuati, ma anche di cogliere i segnali di realtà criminali più articolate – dalla criminalità organizzata al terrorismo, ai traffici illeciti transnazionali – il cui contrasto è affidato a reparti dedicati».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.