Formazione

I calzaturifici veneti scoprono l’etica

Al via il processo di certificazione SA 8000 per un gruppo di aziende pilota

di Ida Cappiello

Le calzature di lusso puntano sulla qualità sociale, e non solo di prodotto, per valorizzare l?immagine dei marchi. L? Acrib ? Associazione Calzaturieri del Brenta, che aggrega quasi mille realtà di settore, compreso l?indotto, nell?area del comune di Stra (tra Padova e Mestre), lancerà presto un marchio etico per tutti il prodotti del distretto, 22 milioni di paia di scarpe di alta gamma realizzate per le griffes più celebri della moda italiana ed europea: Gucci, Prada, Dior, Louis Vuitton, solo per citare qualche nome. Per dare la massima credibilità al marchio, Acrib punta a ottenere per tutti gli associati la certificazione etica SA 8000. ?Siamo partiti con un gruppo di aziende pilota che hano avviato il processo? spiega il presidente di Acrib, Franco Ballin. ?In un?ottica di medio termine vogliamo portare alla certificazione tutte le aziende del distretto. In questo modo, il marchio sociale potrà legarsi a comportamenti precisi e documentabili?. Riferiti non solo alla realtà del distretto, dove attualmente si concentra la produzione, ma anche alle delocalizzazioni in aree a basso costo del lavoro. Il percorso verso l?etica nasce nel 2002, con un accordo sindacale che recepisce i principi fondamentali della tutela del lavoratore, dal divieto di impiegare manodopera minorile alle pari opportunità uomo-donna. ?Un approccio che fa parte della nostra storia? precisa Ballin. Già nel 1268 i ?Calegheri? (calzolai) veneziani prevedevano nel loro statuto il divieto di impiegare nelle botteghe artigiane giovani di età inferiore ai 16 anni?.


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